I 6go Savya fi nnifci al Partito de* Principi Collegati, Transeft n eli a S avo. Hfpn/ficnr dell’ A mira, fciatore di Francia in Collegio. 358 DELL’HISTORIA VENETA non potendo aflentireaconditiotii, che gli toglievano ledere di Sovrano, entrò nella Guerra, e nel partito de’Principi Collega* ti contro la Francia. Li Spagnuoli sobligavano aifiderlo con tutte le forze dello Stato di Milano. L’Imperatore gli promife al-cuni Reggimenti, & il Prencipe di Oranges fi convenne d’esbor-farli certa fomma di denaro menfuale. Comandò il Duca a’fuoi Sudditi prender Tarmi. Trovandofi nelle Valli vicine al Del-fìnatoalui foggette gran numero di Famiglie infette d’Hereiia ( quefti fi chiamavano Barbetti dalle barbe, che con qualche fu-perditione ufavano) & havendo già fermati nelle prigioni molti de’principali Capi, e molti eflendofi adontati ,• liberò dalle carceri li retenti, & agli efiliati permife il ritorno alle loro Cafe, concedendo pure a molti Francefi fcacciati dal Regno per caufa di Religione, che fi erano refugiati ne’Svizzeri, e ne’Grigioni, d’unirfi con loro, dandoli Capo, che li comandale. Fù fuppo-fìo, che quedi Religionarii potettero fare una gagliarda impref-fìne nel Deliìnato, nel quale non gli farebbero mancati aderenti dello dedb partito ; ma la prudenza, e la forza de’Francefi ovviarono a quedo loro pericolofo difegno, poiché il primo dudio del Signor di Cattinal, fù d’occupare i paffi de’Monti, onde«-trate le Militie Regie nella Savoja, fi refero in breve di quella padrone, fuorché della Fortezza di Momigliano, e pattando anco più da vicino al Piemonte s’impadronirono della Città , e Valle di Lucerna . In quedo tempo comparve l’Ambafciatore di Francia in Venetia nel Collegio, & efpode a nome del Rè prima le fue querele contro il Duca di Savoja per ed'erfi alienato dalia fua amicitia , e gettato al partito de’fuoi Nemici, difeefe poi adire, che per affeurar/ì delle jite male int emìoni pale fate contro la Corona,¿li haveva rìcbieflo la Cittadella ai Turi fio, e la Vìa^a di Verrua con promiffione di rendergliela nella Tace generale, offerendogli per mante nitori della fua T^egia parola il papa, e laH{epublica di Venetia. Che dì pià offeriva, che fé il Duca foife per affentire, che dette due V-ia%%e refi afferò con [ufficienti Ì)refldii confegnate in depofito alla T{epublica , egli fe ne farebbe contentato, {y haverebbe ritirato le fue Truppe dall'Italia, ma con due condii ioni: Una, che fe il Duca unìffe in alcun tempo le fue Genti a quelle d/ fuoi TSLemici, la 'Repilblìct foffe obligata a rimettere le dette fiaXKe in mano del Pjperte*