LIBRO SETTIMO. 3or jmento, che cingette la Città. Ricufarono il travaglio le Trup- 168$ pe Alemane, ne vi fu ragione, ò autorità, che ii perfuadef-jfe. Seguì dunque l’imbarco , che non fù fcnza confusone , ma li Turchi languidi per le molte fatiche , non hebbero vigore d'approfittarfene. Fù commune opinione , che fei mille Turchi periffero nel tempo dell’attacco. Due Galere, che erano nel Porto, furono incendiate dalle bombe’, e la Città defolata fù ridotta in un cumulo di rovine, preièrvate So- lo alcune caverne a piè delle mura, che furono il ricovero più Sicuro dalle bombe. Fù detto, che il Bafsà Comandante non permcttefle, che ufciifero dalla Piazza , come potevano, le donne, & i figliuoli, accioche i difenfori haveifero un forte pegno per difenderli coraggiofamente fino all’ultimo fpi-rito . Montarono sù l’Armata tutti i Greci deU’Ifola al numero di cinque mille anime, clie furono trafportati in Morea, Le profperità degl’Anni pattati havevano in maniera refi confidenti in Venetia gl’animi della moltitudine , che non potendo concepire irriufeibile qualunque imprefa , molto acerbamente Sentirono l’efito sfortunato di quella . Si armarono Sentimenti perciò le lingue de i detrattori, facendo pattare ibtto un’ i- fumivi fletta mifura le cofe buone , e le mal fatte, accufando ugual-mente il cafo , e la prudenza . Si difeorreva fattibile tutto quello, che non fi era tentato, & ogni omiffione, ò reale, ò fuppofta era giudicata rea dell’infelice riufeita . Tutta la lode era diretta verfo i morti, ò perche fi foffero già iottratti dall’invidia, ò perche l’applaufo , che fi concedeva loro , Suggeriva argomenti per flagellare l’attioni de i vivi. Ma il Senato prudente , e coilante confolò l’afflittione del Doge , che oltre qualche indifpofitione patita nel tempo dell’attacco, fi trovò dopo gagliardamente oppreffo nella falute , ricercandolo in viva maniera a continuare alla Patria la fua (limata direzione. Alla degna memoria del Conte di Chinifmarch fù deliberata l’erettione duna Statua , che fù collocata nel primo ingretto dellArfenale . Al Prencipe d Arcourt Enrico di Lorena , che militò venturiero nella Campagna, gli fù data in dono una Spada con i guarnimenti d’oro gioiellati, e nell’Anno Seguente fu condotto a publici flipendii in qualità di Generale . Furono riconosciute parimente le fatiche , & il Sangue H. F&Jcarini • V 3 di