64 RELAZIONE DI LUIGI MOCENIGO questa città, quanta sia stata già molti anni. E questo in particolare non tacerò, che il clarissimo messer Marc’Antonio Da Mula, clarissimo senatore, sempre in tutte le azioni sue, nell’orazione che fece in Concistoro pubblico dinanzi al Pontefice , si portò veramente cosi bene, che da ognuno fu laudato e commendato sopra modo, e principalmente Sua Santità per diversi segni n’ha dimostrato esser rimasta benissimo satisfatta ; onde io fo certa la Serenità Vostra, che mentre con mio grande obbligo alla benignità sua ella al presente ha voluto mandarmelo per successore, abbracciando la legazione mia per tre mesi in circa , la Sublimità Vostra per questo tempo che a me restava, e per quello che ordinariamente avrà da stare Sua Clarissima Signoria, n’ha avuto e n’averà quel buono e fedel servizio che si può desiderare da un degnissimo par suo. (Seguila lodando il suo segretario Marc’Antonio Donini, e il coadiutore Otlaviano di Mazj, che restò in luogo del sopradetto quando piacque al Senato di mandar quello a Costantinopoli. Poi prega al solito che sia scusala la propria insufficienza, ed accettato il buon animo, e conclude) : Furono presentati tutti li cinque oratori di Vostra Serenità dal Sommo Pontefice di un anello per uno, e agli altri quattro maggiori di me toccò un diamante per uno, a me uno smeraldino, il quale ho fatto presentar alli piedi della Serenità Vostra. Diede la Santità Sua questo anello a ciascuno con dire che portandolo ne dava indulgenza plenaria di colpa e di pena ogni volta che dicessimo cinque Paternostri e cinque Avemarie, o confessi o con animo di confessarsi. So che questo lllmo. Consiglio alli tre clarissimi Ambasciatori prima venuti non ha voluto levar questa via di salvar l’anime loro , onde voglio credere che non sarà minore la bontà e carità sua verso di me; il quale però in ogni caso resterò sempre satisfatto e contento per mille altre cause, che importano più che lo smeraldino.