298 RELAZIONE DI LORENZO PRILLI causa introdotta una tanta differenza. E in quel medesimo tempo ebbe tanta forza la destra maniera di questo Eccellentissimo Senato, che se bene il Pontefice si era risoluto di provvedere in tutte le cose con la solita sua negativa, con tutto ciò alcuni negozi difficili, che mi occorse di trattare, sortirono buon fine. Nè parlava più Sua Santità contra la Repubblica con la solita alterazione ; anzi in questo tempo fece un cardinale veneziano (1), cosa che non era successa nello spazio di diciannove anni, mostrando avere in considerazione le raccomandazioni della Serenità Vostra. Dalla lunga negoziazione di questa varia e difficile materia di Aquileia, trattata per lo spazio di tre ambasciatori, mi è parso conveniente procurar d’imparare qualche cosa per il maneggio de’ futuri negozi della Serenità Vostra ; e però ho osservato due cose importantissime , che resero prima difficile e poi impossibile la totale conclusione sua, rendendo irresoluto e implacabile l’animo del Pontefice, e dando malissima satisfazione al collegio de’cardinali e alla Corte; le quali, s’io non m’inganno, meritano di essere avute in considerazione dalla molta sapienza di questo Eccellentissimo Senato, al quale è raccomandato il governo di questa Serenissima Repubblica, nel quale con niuua cosa si può più sicuramente procedere che con l’esempio delle cose passate. Di modo che, se bene io considero che in prima vista potessero parere alquanto dispiacevoli, vedendo come male siano state interpretate le azioni sue, procedute da animo retto e candidissimo, nientedimeno giudico mio debito rappresentare chiaramente e distesamente la verità , perchè anco dalla narrazione delle cose dispiacevoli si suol cavare non poco frutto coll’ imparare a schivarle ed a fuggirle. La prima adunque, che difficultò incredibilmente le cose, fu la diffidenza che si mostrò non cominciando da principio le scritture e ragioni pubbliche ampiamente e liberamente, parendo al Pontefice e ai cardinali che a ninno più che a questa Serenissima Repubblica convenisse mostrare confidenza col Pontefice romano, (1) Agostino Valieri vescoro di Verona, crealo cardinale il 12 dicem. 1583.