TORNATO DA ROMA NEL 1505. 159 pochi suoi nemici che dalla Serenità Vostra, io dissi clic per chiarire la Santità Sua di queslo, volevo dirle che lutto il Senato era conforme in mantenere questa ferma volontà e deliberazione sua, tanto che se erano duecento senatori che ballottavano, erano sempre più di centonovanta conira di lui; e di questo chiamai il clarissimo ambasciatore per testimonio (1), il quale con molta asseveranza così affermò. Di modo che dissi : « Padre Beatissimo, la Santilà Vostra vede la tanto » costante e risoluta opinione e deliberazione del Senato, il quale » reputa la causa gravissima , poiché giudica che si tratti e » della dignità e della libertà sua; onde la Santilà Vostra, sic-» come con tanti altri segni di amore e di onore si dimostra » tanto graziosa verso quel Serenissimo Dominio, così sia con-» tenta di confermarlo anco in questo ». E quanto al Cardinal Delfino, dissi che la cosa era stala di molto maggior importanza che non si era forse divulgalo, e che non bisognava giudicarla dal fine, ma dal pericolo, che era imminente, poiché si aveva a fare con gente tanto barbara e sospettosa ; ma che il Signore Dio era stato quello che vi avea messo la sua sanla mano, come fa sempre per conservare questa Repubblica ; e che in modo alcuno Sua Santità non doveva arrecarsi a male se la Serenità Vostra avea bandito della sua patria un suo cittadino, non come vescovo nè nunzio, cbe di queslo lei non s’impediva , ma come suo semplice cittadino , sopra del quale avea tanto imperio quanto ha il padre sopra il figliuolo, e maggiore ancora. Disse Sua Santità: « Quanto » al Delfino non vi diciamo allro, se non che non saria se non » bene a metter fine, e satisfar anco l’Imperatore, ad instanza » del quale lo facessimo cardinale, e per dire il vero per forza, » ed ora Io diciamo perchè è più d’altri che nostro ». E formatasi la Santità Sua nel dire, io dissi: « Vede dunque la » Santilà Vostra che esempi sono questi, e consideri quanto » la Serenissima Signoria deve avere gli occhi aperti ». Disse Sua Santilà: « Basta, è bene metter fine, ma premiamo più » in Amulio, e vi replichiamo che poiria esser papa , e forse » in nostro luogo, e non è bene continuare in questo modo ». (t) Paolo Xiepolo succeduto ad esso Soranzo, e del quale segue la Relazione.