391 veneta, un patto di amicizia, che assicurava ai mercanti veneziani libero commercio, prima gravato da oneroso censo (1). Solo qualche isola, sostenuta dal favore di difese naturali, oppose resistenza. Curzola rifiutò l’omaggio ; ma, investita dalla forza militare, presto capitolò (2). Più tenacemente resistette, dalle inacessibili montagne, Lagosta, covo di pirati, che più di una volta avevano spogliato preziosi carichi veneziani, transitanti per quella regione. La squadra veneta assalì con violenza il porto, ma non potè aver facilmente ragione di quei tenaci montanari, non disposti a cedere alla pretesa degli assalitori di distruggere le opere militari, nelle quali trovavano sicuro ricovero. La natura del sito era così fatta, che soltanto l’assedio della fame e della sete, quest’ultima sopratutto, poteva indurre i difensori a desistere da una infeconda ostilità : e fino a che, presi alla rovescia, non perdettero le torri dei pozzi, non deposero le armi (3). Vittorioso in questo episodio, che si può considerare il maggior evento militare della campagna, Pietro Orseolo si limitò a esigere l’omaggio di fedeltà e la demolizione delle opere difensive. Riprese poi terra a S. Massimo per raccogliere gli ultimi atti di sottomissione, offerti dai Ragusei. Infine, facendo a ritroso la via percorsa, rientrava in Venezia con l’aureola del vincitore, che aveva elevato politicamente e moralmente lo splendore della dignità ducale (4). Duca dei Venetici e dei Dalmati, si intitolerà, e legittima-mente, d’ ora in poi ; e volentieri il cronista gli riconoscerà rango principesco (5). La fisionomia politica del ducato era trasfigurata. Il dominio diretto sopra l’altra sponda schiudeva un nuovo ciclo nella sua storia non scevro di oneri e di responsabilità. Il problema adriatico era definito nelle sue linee fondamentali. Esso occultava ancora pericolose incognite, ma un sicuro avanzamento verso più organico assetto era stato compiuto. Il possesso della sponda orientale forniva a Venezia una for- (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 159. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 159. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 159 sg. (4) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 160. (5) Cfr. Lazzarini, I titoli dei dogi cit., p. 278 sg. (= « Scritti » p. 190 sg.).