AMBASCIATORE STRAORDINARIO A PIO IV. 13 Serenità (1). In tìne del suo ragionamento disse : che non voleva dimandare a Vostra Serenità cosa alcuna nè per sè nè per altri; ma solamente che questo Stalo cristianissimo metta ogni studio a far sì che la peste dell’ eresia non entri in esso, come ha fatto in molti altri paesi. E con molto affetto raccomandò il Tribunale dell’ Inquisizione, lodando che i nostri nobili vi siano assistenti. E con questo ci licenziammo da Sua Santità, la quale ci benedisse, avendone detto che quelli di noi che non erano cavalieri, li voleva far di sua mano. Ai 16, 17 e 18 i chiarissimi miei colleglli continuarono la visita degli altri Cardinali che non erano stati ancor visitati, e degli ambasciatori di teste coronate, dai quali fu corrisposto verso di noi, per rispetto alla Serenità Vostra, venendo anch' essi a visitarci fino al nostro alloggiamento, e noi li ringraziammo ed accompagnammo fino a mezzo la scala, non avendo essi voluto che si andasse più oltre e ringraziandone di tanto onore. Li 19, giorno di domenica, essendo stali prima invitati da Sua Santità a desinar seco, fummo la mattina levati di casa dai nipoti di Sua Beatitudine e da molti vescovi e prelati, e accompagnali al palazzo del Pontefice. Avanti la messa, entrati in camera sua e seduti appresso di lui (che non volle che rimanessimo in piedi nè col berretto in mano), fummo trattenuti da Sua Santità in diversi ragionamenti, tutti pieni di amorevolezza verso di noi e di affezione verso questo Sereniss. Dominio ; e stali per un lungo spazio di tempo in questi ragionamenti, Sua Santità si levò per andare alla messa ; e noi seguitammo, ed egli entrò a banda destra in un luogo ove poteva veder la messa, la quale udimmo anco noi col Cardinal Borromeo. Detta la messa, Sua Santità ritornò nella camera dov’era prima, e fattici chiamar dentro , la ritrovammo in piedi vestita col rocchetto e lo scapuccino di velluto cremisino, e colla stola attraverso per dar la benedizione. Il Reverendiss. Patriarca (1) Da olio anni era chiuso il Concilio di Trento, quando Pio IV appena salito al trono pensò di riaprirlo, e ne intimò finalmente, con Bolla del 2!) novembre di quest’anno, la riassunzione, da aver luogo nel di di Pasqua del successivo 1561 ; la quale Tu poi mestieri protrarre fino al 18 gennaio del 1562.