TORNATO DA ROMA NEL 159.). 399 proprio ogni utile di gabelle e di altro, sì che servono a beneficio di loro medesimi. Soleva la Sede Apostolica trarre alcun utile assai rilevante dalla zecca che si affittava a particolari ; ma avendosi in questi frangenti delle guerre posto in uso di far batter monete in diversi altri luoghi vicini, è cessato anco questo utile. AH’incontro a questi tempi è accresciuta assai la spesa che convien farsi per conservazione di quello Stato, tenendovisi per ordinario presidio ottocento fanti e cento cavalli , con un capo di questa milizia che tiene titolo di governatore generale, il quale al presente è il signor Biagio Capizucchi; talché questa spesa ascende ogni anno a sessantamila scudi, che sono tutti di più olirà ciò che di esso si cava. La qual cosa mi è stata più d’ una volta dal Pontefice ricordata per contrapponerla a ciò eli’ io gli dicevo delle grosse spese, e mollo maggiori delle entrate, le quali conviene a Vostra Serenità di fare per la conservazione del regno di Candia ; benché la cosa non cammini con pari proporzione. Ora avendo assai ragionalo intorno allo Stalo Ecclesiastico, che è immediatamente alla Santa Sede soggetto, resta a dire alcuna cosa di quegli Stati sopra i quali, come suoi feudi, tiene la Sede Apostolica la sua superiorità e maggioranza: considerazione fatta a questo tempo, per diversi accidenti, di molto maggior momento che non è siala per 1' addietro. Il primo e nobilissimo feudo che possiede la Sede Apostolica è il regno di Napoli; per il quale, secondo le ultime convenzioni fatte nel tempo di Clemente VII, altra ricognizione maggiore non viene fatta dal re di Spagna possessore di esso regno, che di una chinea bianca e di scudi settemila ; cose che ogni anno s’appresentano al Pontefice dall’ambasciatore di Spagna nel giorno di San Pietro con grande solennità. A questo Stalo hanno avuto più l’occhio i Pontefici, con desiderio, mediante qualche rivoluzione , di farlo o tutto o alcuna parte di esso ricadere nella Sede Apostolica , come fu particolarmente pensiero di Paolo IV, che con questo oggetto prese l’armi contra gli Spagnuoli. E da molli è stato credulo che Sisto V avesse 1’ ¡stesso pensiero, e che se fosse più lungamente sopravissuto, averebbe tentato dì metterlo in opera con alcuna opportuna