TORNATO DA ROMA NEL 1598. 453 avulo fede in me, ed i negozi della Serenità Vostra sono passati più che mediocremente bene, e con quel fine d’essi, e quella dignità pubblica, che dirò a suo luogo. È principe di natura piacevole, mite, benefico e grazioso quanto si possa dire, ed ancora per accidente talvolta collerico , e con tutte le persone dipendenti da lui risentilo e terribile. È giudicato tardo e difficile a risolvere, ed egli sa essergli fatta questa opposizione ; ma risponde che non possono le cose grandi risolversi presto e bene, e perciò pensa a tutte le cose ed a tutti i pericoli di esse. Legge e studia tutto ciò che può dargli lume circa quello che disegna di fare. Se è cosa che dipenda da governo di Stato, vuol sapere se vi sono esempi, i tempi, le persone e tutte le circostanze necessarie. Se sono cose di legge o di teologia dipendenti da autorità della Sacra Scrittura , vuol vedere tutti gli autori che ne trattano ; e questo è il suo vero cibo, perchè è professore approvato, e da tutti confessato per tale, ed egli ancora si stima e si conosce per quello che è. Con tutto ciò, dopo vedute, lette e bene esaminate le cose da per sè, e parlatone con i due cardinali nipoti, ricorre ancora al consiglio d’ altri ; dico quando sono cose di gran momento, che delle ordinarie non lo fa mai. Questi erano già due o tre anni fa i cardinali Toledo, che è morto, Sai viali ed il cardinale di Firenze. Ora sono il Cardinal Borghese ed il cardinale Arrigoni sue creature, e quando gli pare che s’incontrino con la sua opinione, si risolve facilmente; ma se si incontra diversità d’ opinioni, si differiscono i negozi e si fermano lungamente, sebbene in fine i più gravi egli ha saputo spedire, e molto bene, ed ancora molti con gran celerità. Perchè con tanti contrari quanto ognuno sa , benedisse il re di Francia, l’accettò nel grembo della Chiesa, e man-dogli un Legato in tempo che tutti ne lo ritraevano sotto pretesto che non fosse sua dignità mandarlo avanti che il re mandasse il suo ambasciatore a Roma ; ed in quello I’ autorità della Serenità Vostra giovò assai, che così mi disse Sua Santità a quel tempo per diversi offizi eh’ io avevo fatto in nome di lei. Spedì un altro Legato in Polonia. Ha spedito