AMBASCIATORE STRAORDINARIO A PIO IV. 19 giunsi a Santa Maria delle Grazie la mattina a buon’ ora ; onde, udita la messa, arrivai a casa alle dodici ore. E perchè è fama che abbiamo speso assai danari, non voglio che passi questa cosa senza che le SS. VV. EE. ne intendano la verità. Io dico che, paragonando li tempi presenti con i passati, a proporzione abbiamo speso meno noi di quello che spesero li nostri predecessori che furono alla creazione di papa Paolo; perchè se quelli spesero più di dodicimila ducati, e noi ne abbiamo spesi tredicimila in circa, avendo pagato il vino sessanta ducali la botte (che gli altri non lo pagarono venti), la biada da cavalli, il pane e tutte le vittuarie quattro volte tanto quanto pagarono gli altri, non si può dire con ragione che abbiamo speso superflua-menle. La Serenità Vostra si accerti clic abbiamo governato li suoi danari con più rispetto che se fossero stati nostri. Nè voglio restare di dirle che, nel ritorno nostro, essendo giunti in Fiorenza in tempo che il Duca si ritrovava a Pisa, il Principe suo figliuolo ne fece grandissimi onori e accoglienze. Noi arrivammo senza saputa all’ osteria e in altri ridotti ; Sua Signoria mandò a dire agli osti che non pigliassero danari, e mandò a scusarsi con noi che non aveva saputa 1’ entrata nostra, dicendo aver creduto che fossero solamente entrate le nostre robe. La mattina ne fece sapere che voleva visitarci nel monastero di S. Spirilo, dov’ ero alloggiato io. Noi, per ischivare la visita, ci condussimo all’An-nunziata ; ma Sua Signoria ne fece invitare a desinar seco ; dove trovammo la Ecc. del Duca di Ferrara suo cognato (1), col quale facemmo quell’ ufficio che si conveniva; gli presentammo la sua lettera di credenza, e gli dicemmo che quello avressimo fatto in Ferrara , lo volevamo fare in Fiorenza, avendolo ritrovato in quella città. Desinammo insieme, e fummo onorati con molte carezze ; e perchè fummo trattenuti fino al tardi, non potemmo partir la sera; laonde ritornammo ai nostri alloggiamenti per maggior comodo nostro, sebbene il Principe ne facesse grandissima istanza che stessimo seco quella (1) Alfonso II d’Esle arerà sposalo in quest’anno Lucrezia de’Medici figlia di Cosimo I.