TORNADO DA ROMA NEI, 1569. 191 Resto a dire della Serenila Vostra, verso la quale volesse Dio eh’ io potessi assicurare che nel Papa fosse molto buona inclinazione, che all’incontro fin da principio I’ ha avuta cattiva ; perchè quasi tulle le sue difficoltà e contese, mentre esso si esercitò nell’uffizio dell’inquisizione, l’ha avute in questo paese e co’ministri di lei. In Bergamo gli fu levato per forza dalle prigioni del monastero di San Domenico, dove allora si solevano mettere i rei inquisiti, un principale eretico nominato Giorgio Modaga , con gran pericolo suo e de’frali. Nella medesima città travagliò poi assai per formare il processo contro il vescovo allora di Bergamo, ma molto più travagliò a Roma per rispetto del patriarca Grimani, in causa del contrasto ch’egli trovò nell’ambasciatore della Serenità Vostra, il quale d’ordine suo difendeva il vescovo e la giustizia del patriarca (1) ; di modo eh’esso fin d’allora si persuase che in lei non fosse quello zelo di religione cattolica , nè quel rispetto verso la Sede Romana che si potesse desiderare , e nè meno verso la sua persona ; talché essendo poi successo nel pontificalo, cominciò attentamente a notare, riprendere ed impugnare diversi modi di procedere ed operare della Serenità Vostra e de’ ministri suoi. E prima, quanto all’inquisizione, non gli è parso mai che si faccia tanlo che basti, e che s’usi quella severità ch’ei desidera , dolendosi particolarmente dei rettori di fuori , ora di un luogo ora di un altro, i quali non poteva patire che intervenissero in questi casi, stimando che piulloslo impedissero di quello che aiutassero, onde pensò più volte di levar loro questa facoltà ; ma da’ vescovi medesimi ed inqui- chesi per anni cinquanta, dopo i quali si potevano ventilare le ragioni della proprietà di detto monte. Ora, finito essendo il tempo prescritto, si riaccese questa questione tra Firenze e Lucca. Non fu dillicile lo indurre Cosimo a convenire che il Papa come arbitro terminasse la lite. Il che piacque mollissimo ai Lucchesi, perchè niente avevano a temere da Pio V, il quale anzi era loro molto affezionato. La sentenza fu pronuziata il 1570 conforme alla giustizia della cosa e alle speranze dei Lucchesi : di modo che il monte di Gragno rimaso aggiudicato in perpetuo a Lucca, e questa fu gravala di una corrcspettività in denaro verso i Barghigiani, di scudi 130 d’oro all'anno.» (Mazzarosa, Storia di Lucca, Lib. VII). (I) Veggasi la noia a pag. 176.