250 RELAZIONE DI ANTONIO TIEPOLO tanta ragione. Altre volte i nostri passati hanno tenuto maggior conto de’ cardinali che non vien fatto al presente ; e chi vede i libri più segreti, i testimoni non mancano; e se il discendere a questi tempi in quello a che discendevano i nostri maggiori fosse slimato cosa alquanto diffìcile, non si manchi in qualche altro modo di mostrar che si stima grandemente quell’ordine; e sappia la Serenità Yostra che Tessersi levala la proibizione al clarissimo mio successore di non poter praticare col Cardinal Delfino (1), è stato molto a proposito, perchè non pure ha obbligalo quel cardinale, ma tulli i cardinali, i quali con noi nelle visite mostrarono grandissima contentezza , e il Papa se ne rallegrò molto, parendo a tutti che la Serenità Vostra abbia mostrato ora di far più conto di questo collegio ch'ella non facea prima. Ma appresso a questo posso dire, che come il cardinale ha sentito quasi allegrezza infinita , col darne segno andando a lutti per dare tal nuova, e col visitar noi ambasciatori all'arrivo del clarissimo mio successore, così può esser certa eh’ esso sia per esser di non piccolo giovamento alle cose di questo Stato, perchè il cardinale è vivace, di ottimo ingegno, e intende quasi tutte le cose di quella Corte. In questo modo adunque, e con altri di questa sorte, quando non le piacesse camminare per altra via , saria bene attender all’acquisto della benevolenza di quel collegio ; che se a lei poi non pare d’ingerirsi nel procurare che sia papa più questo che quello, può lasciare, perchè in fine gl'interessi di questa Repubblica sono così uniti con quelli della Chiesa , eh’ essi non hanno da paragonarsi con quelli di Francia e di Spagna, emuli e quasi inimici naturali tra loro, onde importa loro mollo che il Pontefice sia per passione bene affetto con loro ; e nè meno è da farsi paragone con quelli degli altri principi d’Italia, che sono deboli, o per le forze o per la novità del dominio. E chi si ricorda de’ tempi passali, e che abbia letto le istorie, troverà che la maggior parte de’ pontefici hanno avuto cara questa Repubblica, parendo loro eh’ ella sia il più sodo e più stabile (1) Veggasi la nota 2 a pag. 157.