A Paolo Tiepolo succedette nella legazione di Roma Michele Soriano, il quale giunse al luogo della sua residenza il 29 settembre 136K e ne partì nel settembre del 1371. Il principal negozio ch’egli ebbe a trattare in questa sua ambasceria fu quello della lega contro il Turco, che riuscì alla celebre vittoria delle Curzolari, altrimenti detta di Lepanto, il dì 7 ottobre del 1371. Nel mentre che si trattava in Roma di sì importante faccenda, fu il Soriano accusato presso il Senato di soverchia condiscendenza al Pontefice e al re di Spagna, onde la Repubblica mandò per sorvegliarlo, sotto veste di collega nella trattazione, Giovanni Soranzo. Ciò fu nel settembre del 1370. Conclusa finalmente la Lega fra il Papa, Spagna e Venezia, il 20 maggio del 1571, e trattenutosi ancora in Roma il Soriano .per circa quattro mesi, nei quali fu definitivamente nominato a suo successore il Soranzo, se ne tornò in patria, dove lesse la sua Relazione, che qui dovrebbe per ordine venir da noi pubblicata. Ma avvertendo (come il Soriano stesso dichiara nel bel principio) eh’ egli tiene in questa un metodo al tutto diverso dal consueto , pretermettendo la considerazione di tutte quelle parti che veramente costituivano 1’ essenza delle ordinarie Relazioni, per parlar solo a propria difesa rispetto alle insinuazioni già mosse contro di lui, e per esporre quasi unicamente i particolari della trattazione della Lega, onde la sua Relazione è piuttosto documento di un fatto parziale, e assai ben noto, che un seguilo di quelle informazioni che noi abbiamo di mira, ci è sembralo di poterla senz’ altro pretermettere ; e ciò tanto più che il disteso di tutla la trattativa , o come oggi si direbbe , il protocollo delle sessioni della Lega, redatto ad uso del Governo Veneto dallo stesso Soriano, è già a stampa in quel volume del Tesoro Politico, sotto dala di Colonia, che venne in luce sinodal 1398. Solo abbiam creduto opportuno di riferire quel brano della Relazione dove egli descrive le qualità di Pio V per metterne in luce la difllcile natura a scusa di quei temperamenti, che parvero equivoci a Venezia, ma ch’egli stimò necessari adoperare per guadagnarselo, e per condurlo, come ottenne in effetto, alla conclusione del negozio sotto le condizioni che meglio si convenissero agl’ interessi della Repubblica.