TORNATO DA ROMA NEL 1598. 477 e conserva anco obbliga/ione dell' accomodamento fatto col duca di Parma , va portando il tempo avanti con segni di molta osservanza. Con Parma passa buonissima intelligenza, e il Papa s’è dichiarato portare grande affezione a quei principi; e per non dare disgusto a loro, che fecero ogni ofiizio possibile perchè non fosse cardinale quel conte Francesco Scotto, non volle egli mai compiacere il Cardinal Monlalto ; e sempre che può gratificare il duca ed il cardinale lo fa , sempre confessando aver obbligo alla sua casa ed al cardinale vecchio in particolare. Con Urbino, questo è feudatario della Chiesa, e tanto vicino che bisogna quasi per forza che sia sempre , voglia o non voglia, unito con i Pontefici. Egli si lamenta essergli fatto torto in molle cose, come nella navigazione de’suoi porti per le proibizioni fatle, e nell’obbligo del sale, sentendo e nel-1’ uno e nell’ altro gran danno ; ma per non sapere come si provvedere , va facendo come molli altri, ed aspetta il benefizio del tempo e del cambiamento, se bene egli forse non sa che il Papa e suoi credono viver tanto che abbiano a rendersi padroni de’ suoi Stati ; e sopra quelli bene spesso si disegna, come cosa certa che abbia ad essere domani o l'altro; e forse che il disegno succederà pur troppo, vedendosi che non si sa risolvere a prender moglie nell’ età di cinquanta anni che si ritrova , e che porta avanti il tempo con gran disgusto dei sudditi, e con poco piacere de’ vicini e di tutti quei principi che con ragione temono la grandezza de’ preti. Ha poi cresciute assai le male sodisfazioni del duca , che dopo tante spese fatte nel ricevere il Papa e tanti cardinali, si sia mancato di dargli quegli onori, ch’egli disse essere stati promessi al suo agente a Roma ; e se bene Sua Santità ha sempre negato aver promesso cosa nessuna . è però verissimo che il Cardinal S Giorgio n’ ha data intenzione tale , che può dirsi parola certa. Per tutte queste cause sta il duca malissimo contento dell’ autorità e della vicinanza degli ecclesiastici, i quali se bene sperano che non sia per maritarsi, dicendo essere egli infermo, e che maritandosi non sia per aver figliuoli ,