280 RELAZIONE DI GIOVANNI CORRARO tutto il contrario. Solo l’illmo. di Como è quello che vale je* negozi, perchè sa insinuarsi destramente, e però persuade molta facilità tutto quello che vuole a Sua Beatitudine. Per questo rispetto il sig. Giacomo, perchè non può degli amici, e perchè si vede ancora con entrata assai ter»u0i bene spesso si rammarica che avendolo Sua Santità fatto co' noscere al mondo per suo figliuolo e postolo in grandezza, si curi ora di provvederlo in modo che dopo la morte egli si possa sostentare con reputazione e grado convenieDte al suo stato, non trovandosi egli fino adesso più di novella scudi incirca d’entrata, e forse quarantamila tra gioie,arguti ed altre sorte di mobili (1). È stato in grande speranza d’e^r provvisto dal re Cattolico di qualche grossa commenda ov\efO d’ altro, ma sinora non se n’ è veduto segno alcuno. E vi^n detto che il re vorrebbe che Sua Santità si lasciasse intende*-6 di desiderarlo; ma lei non ne vuol far altro per non tnet(efS' in obbligo con questo mezzo di concedere a quel re magg^ri cose, massime con i dispareri che al presente sono in tra loro per conto di giurisdizioni. E non solo non è stat^» come ho detto, gratificalo il sig. Giacomo di cosa alcuna,^a non gli è nè anco mai stata pagata la provvisione pei il ralato degli uomini d’arme di Milano. Con tutto ciò. pefcp« non può avere il più sicuro appoggio di quello del re Cattolìc0’ e per essere il ducato di Sora, comprato non è molto tempo ¿al duca d’Urbino per centomila scudi, nel regno di Napoli, diffiderà esso sempre da quella Maestà, e ne fa aperta proft,ssiot>e’ se bene non è molto satisfatto; ma se si accomodassi0 differenze di giurisdizione, si crede che il re ad ogn* farebbe qualche onorata dimostrazione verso di lui (*)• (1) Intendasi senza gli stipendi , dei quali parla il Tiepolo «ella &rece' dente Relazione. I novemila scudi dell’entrata suddetta gli prore per lui il Papa da Alfonso d’Avalos marchese del Vasto, per scud' la signorie d’Arpino e Roccasecca, e la contea d'Aquino. (2) Ciò ebbe luogo nel seguente anno 1582, nel quale il re Ji Sp?$n* !° nominò cavaliere di Calatrava, conferendogli una ricca commen^ * 1*^* di gran cancelliere dell’ordine.