236 SECONDA DELAZIONE DI PAOLO TIEPOLO mi discacciò da lui, di maniera che fui da lutti in quel luogo abbandonalo; onde ritiratomi co’miei con grandissimo e manifestissimo pericolo, perchè la strada era piena di soldati che marciavano verso Napoli, me ne ritornai a casa ; e il Papa, se ben faceva già notte, se ne venne allora quasi in posta con mollo strepito e tumulto a Roma, e mandò la notte ¡stessa fuori d’ogni uso ad ordinar concistoro per la mattina seguente, nel qual s’ aspettava che dovesse proromper non solo in parole, ma ancora in ¡scomuniche. Si schivorno le scomuniche, ma le parole furono gagliarde, con caricare più di quel che si doveva, ed aggiunger cose non vere, e chiamare la pace iniqua; e allora e dopo fece dimostrazioni notabilissime contra la Serenità Vostra. Perchè annullò il sussidio dei 500,000 scudi da Pio V concesso ; levò che si potessero riscuoter i residui del sussidio e decime passate ; rivocò il donativo dei 100,000 scudi dei beni del clero, con astringere che si restituissero i danari già per questo conto riscossi ; ritolse la posta già da lui medesimo a’ corrieri ritornata ; ritrattò le indulgenze già concesse all’ospitale di Corfù , applicando i danari, che in diverse parti d'Italia erano stati per questo conto raccolti, a Malta, e ripigliando un beneficio che già avea all’ospitale concesso, lo conferì ad un ciprioto; proibì a’soldati di servir la Serenità Vostra ; serrò le tratte dei grani, con far discaricare a Ravenna le barche già cariche per conto de’Veneziani; rilasciò la sospensione che avea già fatta in una causa importantissima degli eredi del Cardinal Pisani ; lasciò spirar il compromesso che aveva fatto col Duca di Ferrara per conto delle differenze dei confini e delle acque con Bologna, nel quale la Serenità Vostra era chiamata per arbitra , nè più lo volle rinnovare ; e quello che diede maggior scandalo ’, negò a me per lunghissimo tempo 1’ udienza e presenza sua. Colle quali dimostrazioni tanto estraordinarie si concitò contra di me e contra il nome veneziano tanto odio e tanta persecuzione, che si reputava acquistar molta grazia chi più degli altri riprendeva , gridava e dispregiava ; nel qual errore cascò non solamente il popolo e la gente minuta , ma ancora i più stimati e principali, con tanto maggior pericolo, quanlo più Roma