398 RELAZIONE DI PAOLO PAKUTA particolarmente tornava bene che si tenessero lontani i rumori dell’ armi oltramontane ; poiché la condizione de’ tempi aveva portalo che a lei fosse occasione di maggior timore di potere fra moli sì grandi ben reggersi e mantenere le cose sue , e più di ciò che era stato in altri tempi addietro. Tale dunque è lo stalo de’ tempi presenti, quanto a ciò che possiede la Chiesa in Italia. Oltre lo Stalo d’Italia , possiede la Sede Apostolica in Francia il contado di Avignone; Stato del quale la presente condizione de’ tempi mi persuade a dirne pure alcuna cosa. È paese grande e ben abitato; e oltre numero grande di castelli, ha due città nella parte soggetta alla Chiesa, cioè Avignone e Carpentras. Con tutto ciò, da tale Stato non ne tragge la Sede Apostolica alcun utile e comodo; ma come stato nobile e di antica sua giurisdizione, lo conserva con gran cura, e lo stima di molta sua riputazione : la quale anco si è, come i preti affermano, grandemente accresciuta per averlo mantenuto in questi tanti moli delle cose di Francia. Nondimeno si può dire da altra parte , che con consiglio anzi utile che onorato, sia stalo sempre permesso, fin solto il pontificato di Sisto Y, che quei popoli sudditi della Chiesa potessero com-ponersi con Laodigera con dargli cinquecento scudi il mese, per assicurarsi di non essere dalle armi di lui molestati. Nella quale contribuzione si va tuttavia continuando ; e con tanto rispetto in ciascuna cosa verso la persona del Laodigera e di tutti i suoi, che ciò dà occasione o necessità di permettersi molti disordini. Onde è slato alcuna volta posto in considerazione che non sia bene tener a questo tempo legato in Avignone , rimanendo tanto offesa la dignità pubblica in un personaggio maggiore, col convenire sopportare molte insolenze fatte in quello Stato dal Laodigera, e da chiunque, o per rispetto di religione od altro, professa di essere suo seguace e fautore. Non tragge la Sede Apostolica di questo Stato più che circa cinquemila scudi, che sono le rendite di alcuni terreni di lei propri. La quale entrata resta dispensata nella provvisione del legato e d’alcun altro ministro; non pagando quei popoli alcuna sorte di gravezza alla Chiesa , ma essendo loro