AMBASCIATORE STRAORDINARIO A PIO IV. 9 bligali a mettere le facoltà, il sangue e la vita per le SS. VV. EE.; e cadauno di essi volle venire a visitarci, sebben erano male condizionati, fino alla stanza nostra. Ai 15, che fu di mercoledì, ne fu data udienza secreta, richiesta da noi per eseguire quanto avevamo in commissione da questo Illustrissimo Senato. Ed avendo visto Sua Santità eh’ io non poteva camminare senza aiuto, mi dimandò s’io aveva gotta. Gli dissi: Padre Santo, io non ho gotta; ma viag-* giando verso Roma, per eschivare un grandissimo precipizio sopra una strada assai stretta d’ una montagna, urtai colla gamba sinistra nella pietra d’un gran dirupo, che mi portò via la pelle dallo stinco inGn sull’osso. Disse Sua Santità: Adunque per amor nostro avete questo male; riposate, e non andate più ad alcuna visita nè di Cardinali nè d’altri. Io, stringendomi le spalle, obbligato com’ era ad eseguire la commissione di questo Senato, non dissi altro; volendo quasi mostrare che non poteva dispensarmi dalle visite. Sua Santità mi disse : Fatelo in virtù di obbedienza ; perchè è desiderio nostro che torniate sano alla patria. Io, Serenissimo Principe, voglio tener questo per certo, che se avessi continuato a far visite, o restava storpiato, o non poteva partirmi da Roma per qualche mese. E non voglio restar anche di dire a questo proposito che, essendo in lettiga, mi convenne passare una strada tanto angusta ed obliqua, che appena il mulo di dietro fu passalo, la strada franò più di mezza dall’ alto al basso, e da un’ altezza maggiore che non è il campanile di San Marco; cosa spaventosa a ragionarne non che a vederla. Noi, com’io diceva, ai 15 avemmo l’udienza secreta, alla quale non intervennero altri che noi ambasciatori e mes-ser Giovanni Formento segretario. Ed avendo fatto riverenza a Sua Santità coi ginocchi a terra, ella ne fece subito levare e volle che le sedessimo appresso; nè volle udir parola prima che ci coprissimo la testa; e facendone benigna accoglienza, ne diede luogo a parlare. Laonde io, per essere il più vecchio, con quella più riverente forma di parole che mi parve a proposito, ringraziai per nome della Serenità Vostra la Santità Sua dell’arcivescovato di Cipro conferito nella persona Voi. X. 2