358 oscuri e insidiosi. L’atmosfera di pace fu ristabilita (1). Ma il popolo non omise di rafforzare la difesa militare, accordando al governo generoso obolo, perchè provvedesse alla sicurezza della nazione (2). I malintesi di una torbida politica, anche dopo la promessa di pace, non erano stati tutti chiariti. Un fastidioso turbamento, uno stato di inquietudine, misto di sospetto e di paura, tenevano agitata la vita, incerta del domani. Il governo dell’ultimo Candiano non seppe nè potè infondere nella nazione sentimenti di riposo e di sicurezza. Esso viveva in uno stato di precarietà, incapace di opere, che risanassero le profonde devastazioni morali dello spirito nazionale. La fortuna dei Candiano declinava, il loro ideale, spento. Al duca Vitale era riservata la mala ventura di registrarne il tramonto. Un destino inesorabile pareva congiurare contro il suo risorgere. Le insidie del male fiaccavano la fibra dell’ultimo erede politico, impotente anche per questo ad arrestare lo sfacelo dei postulati dei predecessori. Dopo aver assistito nel corso del breve governo al loro dissolvimento, presago della fine, si trasferiva in volontario ritiro nella solinga dimora di S. Uario, pochi giorni prima di esser raggiunto dalla morte (3). 8. — Il ciclo tuttavia era riaperto con altra fisionomia. L’eredità dei Candiano passava in altri soggetti strettamente legati per parentela alla famiglia ducale. Tribuno Menio aveva condotto in sposa una figlia del quarto Candiano (4) ; aveva aumentato la fortuna domestica di una buona parte del patrimonio della famiglia ducale ; si era perciò proposto, (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 143 : firmato autom federe, ad propria reversus est. Ma non si concluse con la stesura di un formale diploma di riconferma dei tradizionali capitoli, di cui non è notizia. Questi forse mai erano stati denunciati ; e non avevano bisogno di nuove ratifiche. (2) Cfr. Roman in, Storia cit., I, 378 ; Besta, I bilanci cit., I, 4 sg. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 143. (4) Gloria, Cod. dipi, pad., I, 142 sgg., n. 107 : conferma del duca Ottone a Maurizio, figlio del duca Tribuno Menio, della donazione delle terre di Conche, fatta a lui e alla madre sua da Vitale patriarca di Grado, a questo retrocesse dal padre Tribuno. Cfr. ivi, I, 222 sgg., n. 193 ; p. 327, n. 209 ; p. 283, n. 257.