TORNATO DA ROMA NEL 1578. 267 lare la gloria dei predecessori del nome suo. Ond’ è che si adirò con questo Stato per la pace che gli riuscì tanto improvvisa , mai avendo voluto mostrar di credere che la Serenità Vostra avesse tanta ragione di farla, lasciandosi in questo portar più dall'affetto che dalla verità della cosa. E si vede lui tuttavia star così fermo nel bramar nuova Lega, che con le nuove ch’egli sentiva delle cose turchesche sempre me ne toccava parola , deplorando la pace già fatta e lo stato presente del Cristianesimo, il quale conosce, mentre che sta in tal modo, non poter volgersi unito contra quelle forze, benché impedite al presente dal persiano. Ora, assunto eh’ egli fu al pontificato, volle aver appresso di sé l’illmo. di Como, del quale si serve come di segretario nelle cose di Stato, e per le medesime si vale anco con piena confidenza dell’ illmo. Morone. De’ cardinali nipoti si vale nel governo dello Stato Ecclesiastico, e vi ha anco quanta parte ne vuole l’illmo. sig. Giacomo, anzi faria il tutto, sì come anco nelle cose di Stato averia luogo degnissimo, se pur volesse; ma come di quelle non fa molta stima, così in queste non cura d’ entrare, parendogli non poter dare quella satisfazione a’ principi che vorrebbe, se ben non manca, secondo che viene pregato dagli ambasciatori, di adoperarsi con ogni caldezza. Ed io affermo alla Serenità Vostra aver in lui conosciuto tanta affezione e devozione verso questo Serenissimo Dominio, che l’ho visto sempre afflittissimo per non aver potuto con i suoi offici rimuover il Papa dalle sue durezze; di modo che son obbligato a dir questo, che come, avendo riguardo agli effetti, non ha molto di che lodarsi la Serenità Vostra del Pontefice, se ben nè anco di che dolersi, perchè, sì come ho detto, è sua natura che lo rende tale con tutti, e non particolar mala inclinazione verso di lei; così, avendo riguardo all’affetto e all’ opera prestata sempre volentieri e con efficacia dall’ illmo. sig. Giacomo, sia ella obbligala a conservarne memoria per rendergli a’tempi avvenire, secondo le occasioni, una degna e grata corrispondenza. Ed io, che 1’ ho conosciuto tale, ho procurato con offici e visitazioni frequenti di conservarlo, sì come ancora ho tenuto più conto c visto più spesse volle che