152 RELAZIONE DI GIACOMO SORANZO Santità mostrare buon animo verso la Serenità Vostra, ed anco qualche satisfazione del negoziar mio, volle donare il palazzo di S. Marco alla Serenità Vostra, adornando il dono con parole tanto grate ed onorate, che più non si potrebbe aggiungere. Ma se bene senza dubbio giudicò Sua Santità di far cosa grata a Vostra Serenità, lo fece anco volentieri per il desiderio ch’ella tiene che si fabbrichi (1); il qual desiderio mi ha esplicato mille fiate ; e i danari che sono stali spesi, de’quali ho già presentato il conto, mi son sforzato di spenderli quanto più apparentemente m'è stato possibile, per dare sodisfazione a Sua Santità. E certo convengo dire che se si leverà del tutto la mano dal fabbricare, dubito che Sua Santità se lo reputerà ad offesa, avendole la Serenità Vostra fatto comunicare ch’ella aveva deliberato di spendervi 10,000 ducati , oltre che tutta la Corte e tutta Roma se ne dolerà, essendo grandemente desiderato da tutti che si continui ; e quando non voglia fare maggior spesa, la Serenità Vostra potrebbe mandare ogni tre o quattro mesi 1000 ducati, che come le cose andassero più in lungo, o che il Papa morisse, si potrebbe poi levar mano con manco rumore. Il che ho voluto dire con quella riverenza che si conviene, riportandomi però a quello che sarà giudicato dalle SS. VV. Eccell. più conveniente. Sono dopo sopraggiunte delle altre cose di molta importanza , le quali mi hanno fatto giudicare che Sua Santità non tenga quella cura della sodisfazione di questo Serenissimo Dominio che si conviene, parte delle quali scorrerò ; ma quello eh’è successo del sig. Sforza .... (2). Verso il signor duca di Savoia mostra Sua Santità assai buona volontà, avendogli conceduto scudi 36,000 in tre anni sopra il clero e fatto un cardinale a sua istanza (3); e se gli (1) Non cosi il Pallavicino, il quale di questo dono del palazzo «li S. Marco parla nei seguenti termini: « Il pontefice, in argomento di grato affctlo verso » lo zelo mostrato dalla Signoria per tutto il processo di questa santa opera ( il » Concilio di Trento), assegnò agli ambasciatori veneziani in Roma il magnifico » palazzo edificato già per uso degli stessi pontefici da Paolo II figliuolo di qnella patria. » Hisloria del Concilio, Lib.2i, cap. 11. (2) Qui seguono nel Codice due pagine vuote. (3) Il Cardinale M. Antonio Boba di Casale, vescovo di Aosta, die fu legato di Emanuel Filiberto al Concilio ; uomo di molle lettere. Mori in Roma nel 75.