LI B R O SETTIMO; 317 fendo il Rè dar adito a qualche negotiato : ma non feo-prendofi alcuna probabile apertura, impatiente, & avvezzo a fuperare con la fua gran potenza ogni difficoltà, e credendo di rimettere della iua ftima, e della dignità, fe bavelle dato apparenza di rallentariì nelle fue pretenfioni ; iftigato anco dal Cardinale d’Etrè, che di genio fervido, & efficace, aggiongeva calore alle cofe, infiftendo, che fi ufaife ri. folutione, e forza, mezzi, ch’egli chiamava neceflarii per fuperar le cofe in Roma , fece partire Lavardino. Entrò que- z;«vafiin» r rr r 1 r is» 9,etto -Am* fto io Roma amltito da numeroio accompagnamento d huo- bafeiatore mini armati, che precedevano, e feguitavano le fue carroz-ze, & il fuo Equipaggio con apparenza di forza tale , che "* raflembrò più tofto una marchia militare, che l’ingreflo duna ' Ambafciaria. Erano precedentemente entrati in Roma alla sfilata più di quattrocento Officiali riformati, che prefero alloggio nelle vicinanze del Palazzo dell’Ambafciatore , cofti-tuendo quel recinto in ficurezza di refiftere a qualunque forza potefle eifere intentata. Fatto in tal maniera Lavardino il fuo ingreifo , procurò haver udienza , lafciando correr voci, che havea commiflìoni tali, che il Papa fi haverebbe chiamato fodisfattoj mà quefto Tempre più inafprito non folo glie la negò per fe fteffo, mà prohibì al Cardinale Cibo Segretario di Stato, & a tutti glabri Cardinali , e Prelati d’ haver fe co communicatione , dichiarandolo incorfo nelle Cen-fure fulminate contro gl’ufurpatori de’Quartieri. Separato in tal maniera Lavardino dalla pratica della Corte, e de’Prela-ti, fuorché di alcuni pochi del partito Francefe, hebbe un altro mal’incontro. Eflendofi gli portato alla Chiefa di S.Lui-gi de’Francefi , dove fece celebrare una Meifa folenne, il Pa- finità' pa fece interdire la Chiefa, & i Sacerdoti, per haver rice-vuto uno, come diceva, notoriamente fcommunicato. A tali ,nP^'rM' eftremità fi ridufle quefto negotio, per lo quale avvampava la Corte di Parigi di fdegno, minacciando il Rè mandare una potente Armata alla Spiaggia Romana , ravvivando le pretenfioni del Duca di Parma fopra Caftro, ancorché quel Prencipe non moftraiTe defiderio di comparire in quefta Scena . Principiarono anco alle minaccie feguitare gleifetti,poiché nella Città d’Avignone entrarono le Truppe regie, che H.Fofcarini » X 3 fcac-