498 RELAZIONE DI GIOVANNI DOLFIN licolarmente accusata dagli Spagnuoli in tempo che non si è dala sodisfazione ad alcun altro principe d’Italia. Ho avuto per le mani quelle diaboliche trattazioni di Glissa , che mi diedero che fare assai, e certo mi risolsi dire con gran zelo del servizio della Serenità Vostra al Papa molle cose di gran momento . narrandogli particolarmente quello che aveva operato l’ilimo. signor provveditore generale Tiepolo, che sia in cielo, in tempo ch’io era ambasciadore all’imperatore; che se ben fecero mutare il Papa di colore , e mi dimandò Sua Santità s’io avevo ordine di dirle, tuttavia, intese anche come da me, fecero buonissimo elTetto, perchè si ritirò da molte cose, e quello che volle fare lo ricercò in favore singolare; e dopo passate le cose come passarono , so io che ha avuto a dire che la Serenità Vostra e le SS. VV. EE. intendono più le cose de’Turchi che non fanno quei di Roma; essendosi maggiormente contirmato in questa opiuione dopo la riuscita deH’armate di quell’anno e degli eserciti in Ungheria; se ben vedendo che l'imperatore solo si va trattenendo in guerra col Turco con avanzo, persuadendosi della loro debolezza , si conserva tuttavia in pensieri di grandi imprese, che potriano farsi dai Cristiani o uniti o separali, e ne sperava ancora qualche buon line, come m’ha detto più volte. Mi sopravvenne poi quel benedetto negozio di Candia , che diede tanto da pensare e da strepitare alla Corle, e massime a certi cardinali male alletti , ed a cerli altri che fanno mercanzia di zelo e si dimostrano gelosi della giurisdizione ecclesiastica più che della vita propria ; ma questo ancora , per grazia del Signore Iddio e per l’autorità della Serenità Vostra, tosto si pose in buon termine, perchè in due settimane ebbi le sospensioni delle censure in lutti per sempre, e nel-l’illmo. Cavalli solo a tempo, ed in due mesi dopo 1’ arrivo dell’arcivescovo s’ebbe la compita assoluzione con molta dignità , e posso dire con gran meraviglia ancora che avendo negato il Papa di concedere il juspatronato di Candia perchè il re di Spagna faceva la medesima istanza , e perchè è di natura timida e di poco cuore , concedesse quasi il medesimo juspatronato per altra strada; e fu stimata grandemente la poca