CENM BIOGRAFICI l!*T0R\0 A GIACOMO SORANZO. Giacomo fìgliaolo di Francesco qu. Giacomo Soranzo della casa che slava a San Paolo, nacque del 1518 il primo d’ aprilo da Chiara di Lorenzo Cappello. Mediante un deposito di danari fu dapprima eletto del Pregadi nel 1538; indi nel 1547 rimase Provveditore sopra Banchi ; e nel 1549 a’ 25 febbraio fu inviato straordinario ambasciatore in Urbino per tenere in nome della Repubblica a battesimo Francesco Maria Oglio di Guidubaldo della Rovere duca di quella città e generale delle armi veneziane. Detto nel 1550 a' 6 di ottobre legato ordinario appo Odoardo VI re d’Inghilterra, si trovò colà al tempo della morte di quel re , della incoronazione della regina Giovanna, della sua deposizione, e della esaltazione al trono della regina Maria sua sorella. Quivi fu insignito del titolo di cavaliere da Odoardo con diploma del 5 febbraio 1551, l'anno sesto del suo regno, diploma che in antica copia si conserva appo Emmanuele Cicogna. A’ 7 dicembre 1554 scelto ambasciatore ordinario in Francia presso Enrico II, stetlevi pur tre anni, e in questi afla-ticossi nel persuadere la pace, e nel mantenere la neutralità della Repubblica. Ripatriato, ebbe nel 1558 il Saviato di Terraferma, e nell'anno medesimo fu commissario sopra i confini del Friuli ; ma essendo stato nel successivo anno 1559 a' 9 maggio incaricato dell’ ambasceria ordinaria presso Ferdinando imperatore , cessò dal commissariato, e parti per la Germania, ove inlrattennesi due anni e mezzo con molta soddisfazione della Repubblica e di Cesare, il quale nella partenza creollo cavaliere dello sperone d’oro, come da altro diploma datalo da Praga 27 ottobre 1561. Al suo ritorno in Venezia, nel dicembre di dello anno, venne per la seconda volta fatto Savio del Consiglio, e nel 1562 capitano a Brescia: ma non aveva ancora compiuto tale reggimento, che verso la fine dell'anno medesimo 1562 , con elezione del di 5 dicembre, parti ambasciatore ordinario a Roma, ove usando della solita sua virtù o desimi,ì potè ottenere da Pio IV in dono il palazzo di San Marco (edificalo cent’anni avanti dal cardinale Pietro Barbo veneziano, che fu poi il pontefice Paolo IIJ per l’abitazione de'Veneti Legati; il perchè il Senato in corrispondenza fece dono al Papa del palazzo a San Francesco della Vigna, ch'cra del doge Andrea Gritti, e lo assegnò per residenza de’Nunzi pontifici in Venezia. Assente ancora nel 1565 aveva ottenuto in patria il carico di consigliero della città pel sestiere di San Paolo, ove coi fratelli stanziava ; ed era stato eziandio nel giugno dell'anno stesso eletto bailo a Costantinopoli; perlaquale legazione non parti se non se dopo tornato da quella di Roma, cioè verso la fine del 1565.Difficilissimi tempi incontrò in quell'am-basccria, specialmente per la intenzione scoperta nel Turco di voler invadere il regno di Cipro, e per le pretensioni di risarcimento vaniate da alcuni infedeli contro veneti mercatanti, eh’ essi accusavano di avere, in onta alle capitolazioni, fermate le loro merci a Venezia. Fatto ritorno in patria fu ammesso di nuovo fra’ Savi del Consiglio, ed eravi tuttavia quando gli convenne nel 1568 accettare il reggimento di Padova, dove in tempi di grande carestia servi la patria anche col proprio danaro. Nè questo reggimento aveva com-