78 RELAZIONE DI GIROLAMO SORANZO degli ambasciatori, e a me in particolare ha fatto di questi favori con dimostrazione di molto amore. Dappoi che ha finito di mangiare si ritira nella sua camera, e spogliato entra nel letto, dove sta per 1’ ordinario tre e quattro ore, e svegliato si torna a vestire e dice l’olTizio , e alcuna volta dà udienza a qualche cardinale e ambasciatore, e poi se ne ritorna al suo esercizio in Belvedere ; il quale non intermette mai l’estate Ano all’ora di cena, e l’inverno fino che si vede lume. Questo Pontefice, delle condizioni e consigli che ho detto, sarà ora da me considerato prima come pastore universale, poi come principe e padrone dello Stato Ecclesiastico. Se vogliamo considerarlo come comun pastore, essendo successor di Pietro che fu instituito per suo vicario dal Salvator nostro Gesù Cristo, doveria senza dubbio esser tenuto per capo da tutti i Cristiani, come è stato al tempo di quei primi padri. I quali col menar vita così esemplare ed onesta con quei che li stavano appresso, e con mostrarsi in tutte le azioni loro lontani da ogni interesse mondano, erano da tutta la Cristianità come si deve riveriti, e con le scomuniche, loro armi spirituali, sommamente temuti. Ma dappoi che si incominciò a misurare la religione per via d’interesse, incominciò allora la rovina della Religione Cattolica ; e questa pessima introduzione, per non tacer il vero, ebbe origine alla Corte di Roma, e con l’esempio di quella è poi passata nei principi temporali, perchè cominciarono i papi, sotto pretesto di religione, a concluder leghe, romper paci, e condur eserciti a danno di questo e di quello stato, e insieme introdur tanti e tali abusi nella Chiesa con fine manifesto di utile, che saria cosa non men lunga che scandalosa a recitarli. Ma quello che sopra ogni altro fatto ha mosso molto scandalo nel mondo, è stato il dimostrare da un tempo in qua un desiderio pur troppo grande di voler levare i parenti dalla vita privata, e lasciarli dopo di sè principi e signori grandi. Htnc illae lacrymae. Di qua, Serenissimo Principe, sono nati quei tanti mali e rovine alla povera Italia, che si leggono nelle istorie , e che devono esser ancora recenti nella memoria di Vostre Signorie Illme. ; perchè per condurre a fine i loro