TORNATO 1)A ROMA NEI. 1598. 483 stretto con essi loro, e che spera ogni bene. Ha parlato di questa Serenissima Repubblica in mio tempo con grandissimo onore, ed avendo io avuto a trattare seco diverse volte per essere stato lasciato commissario dei signori abbati Cocco e Giuliano, l’ho conosciuto lauto bene affetto verso la Serenità Vostra quanto si possa dire ; sì come parmi averlo conosciuto tanto risoluto, che quando avesse maggiore autorità , ogni principe dovrebbe trattar seco con ogni circospezione. Di Verona (1) non voglio parlare perchè è benissimo nolo a ciascuno il cordialissimo suo affetto verso questa pairia, e certo è tale che può concorrere con ciascuno di noi altri, e forse questo solo gli ha levalo il pontificato; e di questo egli va appunto glorioso in tutte 1’ occasioni, procurando di farsi conoscere Cardinal pio e buon veneziano; ed io in tulli gli affari della Serenità Vostra ne ho ricevuto consiglio ed aiuto per infiniti versi con eterna mia obbligazione. Terranova, siciliano, è, si può dire, spagnuolo perchè beneficalo dal re e servo di Spagna , ma non tale che non professi almeno di volere esser libero in molle cose, facendo professione d'aver voluto sempre il cardinale di Verona papa, e d’avere ottima disposizione verso la Serenità Vostra, come figliuolo del duca di Terranova, che essendo stalo lungamente al governo di Milano ha mostrato satisfazione compita di questa repubblica. Gaetano, primo in ordine delle creature di Sislo V, è più spagnuolo che romano, essendo stata graziata la casa sua da Spagna di stipendi, pensioni, carichi, onori di tosone, e speranze infinite. Dopo che è tornato di Polonia ha procurato, col dire gran bene della Serenità Vostra per i regali ed onori che ha ricevuti passando per i suoi Stali, d’emendare gli errori che fece quando tornò di Francia, essendomi stato detto che pubblicò mille pazzie a quel tempo. Comincia aneli’ egli ad imbarcarsi nelle speranze del pontificato, e col merito delle sue mal fortunate legazioni, e con i favori di Spagna e di Montalto pretende gagliardamente, se bene Mon-lalto non è sodisfatto di lui, nè punto v’è inclinato. (1) Agostino Validi, vescovo ili Verona.