TORNATO DA ROMA NEL 1578. 269 cora mi voltai e feci seco grandissima domestichezza. Quest’uomo è grandissimo filosofo ed eccellentissimo teologo, ed è trattenuto alle spese del Papa in palazzo con carico di sermoneggiar a certi tempi dell' anno alcuni giorni dinanzi alla Santità Sua , dove concorrono molti cardinali ed altri che si lasciano entrare ; il qual ufficio fa egli con incredibile dilettazione e meraviglia di tutti, e però è distinto ed amato dal Pontefice grandemente , il qual comunica con lui spesse volle confidentemente molte cose, ed esso con quella sincerità e libertà che ad ottimo religioso si conviene , ragiona e risponde quel che gli pare. Io dunque mi posi a visitare ed onorare questo buon padre, con il quale , per averlo conosciuto di bontà singolare e di grande affezione verso la Serenità Vostra, ho comunicato alcuna volta qualche cosa per rappresentarla più in un modo che in un altro, ed accertarmi più sicuramente dell’inclinazione del Papa; ed esso poi per l’altra parie s'è mostrato anco sì pronto in tutti gli uffici ricercati da me, che non m’è restato che desiderare più innanzi (1). Dunque quanto ho potuto con i miei uffici appresso il Papa, quanto con il favore degl’illmi. Morone e Como, principalissimi nel consigliare le cose di Stato, quanto con l’aiuto dell’ filmo, sig. Giacomo , e quanto con questo eccellentissimo uomo, tutto è stato adoperato da me per augumentare la grazia della Santità Sua verso questo Serenissimo Dominio, per render men dura la riuscila dei negozi, e per renderla sempre più disposta in tutti i conti al beneficio di questa Repubblica. Ed appresso, per fine di tutta la fatica mia , ho posto tutta la diligenza possibile nel far questo ufficio di riferire, che è l’ultimo di questa legazione di Roma; il quale desidero che sia stato grato (1) Il Padre Francesco Toledo , del quale qui si ragiona , fu poi crealo cardinale da Clemente Vili, come vedremo, sciogliendolo dal roto, che fanno i membri della Compagnia di Gesù, di non accettare dignità ecclesiastiche ; e fu il primo cardinale di quell’ordine. Godi il Toledo di fama europea. Confortò Clemente Vili ad approvare la conversione di Enrico IV ; e a questo proposito si racconta , che sembrando strano tal suo contiglio a un personaggio di alto affare, mandò questi a dire al Toledo che se egli fosse sialo cosi buon cavaliere come era buon teologo, non avrebbe in tal guisa operato : al quale lece rispondere il Toledo, che se esso fosse stato cosi buon cattolico come era buon cavaliere, non avrebbe in tal guisa pallaio.