KELAKIONE Di GIOVANNI DOLFIN Ma trovandosi un giorno col cardinale Alessandro Farnese, eh’ era quel gran cardinale che ognun sa, e padrone suo principale, venne a conferirgli che aveva dato partito agli altri figliuoli chi qua chi là, e che si trovava molto afflitto per non sapere che fare di questo per la strettezza della sua fortuna, convenendogli tenerlo in quel modo senza studiare, seb-ben dimostrava buone* spirito ; il che inteso il cardinale, fece in pochi giorni assegnargli dugento scudi di pensione sopra la chiesa di Spoleto, con i quali si levò dal banco, e si pose a studiare, ed in progresso di tempo, seguitando la Corte, si fece prelato. Andò auditore in Spagna col cardinale Alessandrino al tempo di Pio V ; dopo fu fatto auditore di Rota nel luogo del Cardinal suo fratello ; e poi da papa Sisto V fu fatto Datario e Cardinale, e mandato Legato in Germania ed in Polonia per i romorl ch’orano tra gl’imperiali e i polacchi; ed oggi per volere del Signore Dio corre il settimo anno del suo pontificato. Clemente Vili finirii ai 28 di febbraio venturo sessantatrè anni, sebbene ci ha detto finora sessantadue, per darci ad intendere di non essere nell’anno climaterico in quest'anno che incontra anch’ egli il climaterico del suo pontificato, credendosi che passato febbraio dirà allegramente d’entrare nel sessan-taquallro; e ciò s’è fatto per levare i disgusti e pronostici che si sogliono fare più a Roma che in tutte le parti del mondo, senza che Sua Santità medesima con tutti questi artifizi possa fuggirli. Egli è di pelo bianco, di molta carne, di statura assai grande, perchè avendo trattato sempre con la mia solita sincer|,®> sono stato veduto volentieri, ha