TORNATO DA ROMA NEL 1S76. 237 era allora piena di soldati da me di ordine della Serenità Vostra con pessima loro satisfazione licenziati , alcuni dei quali bravorno e passorno ancora parole di saccheggiarmi. Io se ben tutte queste cose intendeva, e che da più parti fossi avvertilo che mi dovessi guardare , nientedimeno ebbi grazia da Dio di non mi perder mai d' animo, ordinatamente sempre mantenendo che la Serenità Vostra aveva ragionevolmente proceduto. Subito che mi fu sicuro l’uscir di casa, e che andato alli cardinali Morone e Como Irovai ch’essi mollo gagliarda-mente ed altamente mi parlorno, come allora scrissi, io mollo bene conoscendo che quanto più la Serenità Vostra si fosse umiliala e dimostrata fiacca ed abbattuta , tanto più essi si sariano innalzati, e tanta maggior difficoltà s’averia avuta di ridurli al termine che si desiderava , presi partito di sostentare , come feci , non solo la ragione, ma ancora l’autorità e reputazione della Serenità Vostra e di questo Sialo. Laudato Dio , che restando finalmente essi dalle ragioni persuasi e vinti, e per lor mezzo meglio disposto il Papa, e per conseguenza quasi tutti i cardinali, a'quali d'un in uno andai, si trattò di trovar modo onde il Papa con qualche dignità sua si dovesse colla Serenità Vostra riconciliare; e fu reputato buono quello di far venir un ambasciatore a Roma ; onde la Serenità Vostra mandò il clarissimo procurator Ponte, il quale coll’autorità che porta seco l’età (1) e dignità sua, e il merito delle cose da lui operate, e col valore suo giovò grandemente, e il Papa ne ascoltò, e le cose restarono assai quiete. Procurai poi io coi continui uffici non solo di placar ogni giorno più , ma ancora di amicare maggiormente l'animo del Papa , con fargli ogni volta meglio conoscere l’interesse comune della Chiesa colla Serenità Vostra, onde si sono potuti ricevere da lui favori e grazie di grandissima importanza, e tra queste tre principalmente che meritano d’ esser commemorate. La prima fu quella del coadiutor di Aquileia, a questo Stato per gravissimi rispetti importantissima, da lui mede- li) Aveva allora Niccolò da Ponte 8ì anni, c poco meno di 87 quando il 18 marzo del 1578 sali al trono ducale di Venezia.