DI GIOVANNI BASADONNA. 1533. 337 11 colile Massimiliano (1) spende in suoi piaceri che non si può sapere. Vi sono gl'interessi dei denari tolli dal sig. Duca per pagar debili e spendere. Il sig. Duca poi è debitore alla maestà dell’ Imperatore di ducati......(2), quali si sconteranno al 1540, nè Sua Maestà ha voluto che si abbia a scontar prima li 100,000 della dote, ma debbono esser gli ultimi (3). Deve dare degli anni scorsi ducali (50,000 ai donatari, i quali ne hanno 20,000 all’ anno. A’ Svizzeri è debitore di D 15,000 per la capitolazione (4). Al Medeghin per Musso D. 25,000 (5). Alla Signoria (di Venezia) D. 65,000 (6). Il governo di Milano soleva al tempo del padre di questo Signore Illustrissimo, e per avanti , esser di altra sorte di quello che costuma al presente il sig. Duca. Imperochè nei passali tempi la città di Milano soleva per cadauna porta di essa città metter nel consiglio 100 persone, che venivano in tutte ad essere 900 in esso consiglio, le quali a voce creavano persone 60, dalle quali se ne eleggevano poi 12, quali erano deputate alle provvisioni con il loro presidente denominato Vicario. Questo signore mo elegge lui i 60, e cassa e rimette secondo gli pare, e ancorché i 60 per i privilegi loro dovessero esser perpetui, nondimeno il tulto sta e si rimuove a suo placito; e così si osserva di tutti gli altri offiziali ; cosa che gli dà modo d’ ottener facilmente quanto desidera. (1) Stampa, governatore del Costello di Milano e favorito del Duca. (2) Deve dire 350,000: perchè avendo contratto obbligo, per la sua restaurazione nello stato, di pagare a Carlo V ducati 900,000, dei quali 400,000 nel primo anno (1530) c 50,000 per ognuno dei dieci anni consecutivi, alla (ine del 1533 la somma doveva residuarsi appunto in 350,000. (3) Questa è la dote che l’imperatore assegnò alla nipote Cristina di Danimarca nel darla, in questo stesso anno 1533, in moglie al duca di Milano. (4) Per l'impresa della recuperazione di Musso nel 1532. (5) Gioan Giacomo de’Medici, che fu poi il famoso marchese di Marignano e fratello di Pio IV, per cedere Musso ed altri luoghi da lui usurpati già molti anni, volle ed ottenne ancora indennità pecuniaria. (6) Per credili diversi, il cui pagamento fu compositi apparito dal Hasa-donna in ducali 10,000 all’anno. 43