DI FRANCESCO CONTARINI. 1589. 443 d’Alba Regale, e con altri offizi alla Corte, procura di mitigare 1’ animo di Sua Maestà, la quale possedendo quelle fortezze ne’ confini del suo stato potrebbe, continuando in questa mala disposizione, apportargli nel progresso del tempo qualche travaglio. Non può tra questo principe e il duca di Savoia esservi buona intelligenza per il negozio de’titoli , de’quali questi principi sono tanto gelosi quanto de’ propri stali ; restando il Granduca infinitamente disgustato per 1’ accidente occorso al suo ambasciatore che diede conto a Torino della sua assunzione ; al quale essendo state consegnate lettere dell’ Infanta indirizzale al Granduca con titolo di Eccellenza, le ricusò dolendosi vivamente di quest’azione. Insomma, sendo i fini di questi principi diversi, e differente l’intenzione, volendo 1’ uno accrescer per ogni via il suo stato, 1’ altro procurando di conservarlo, è credibile che sempre passeranno tra di loro cause di molti disgusti ; massime sendo il duca di Savoia così unito alla parte spagnuola. Col duca di Ferrara s’intende così bene che non si potrebbe desiderar intelligenza maggiore ; e buon segno di ciò è stato il rimetter esso Duca ogni sua differenza con quel di Mantova nelle mani del Granduca, sebben così congiunto di parentado con Mantova Ha di più il Granduca onorato questo principe volontariamente del titolo di Altezza e di Serenissimo, cosa da lui soprammodo stimata e desiderata. S’aggiunge ancora la dipendenza stretta di parentado, avendo il signor don Cesare, figliuolo del duca Alfonso d’ Este di f. m., presa per moglie donna Virginia figliuola illegittima del granduca Cosimo (1), padre del presente Granduca ; legame che terrà sempre uniti in buona amicizia questi due principi. Del duca di Mantova è superfluo che ne parli perchè sendosi maritato in una figliuola del granduca Francesco, fratello di S. A., e comprendendosi in ogni occasione un’ottima corrispondenza d’amore tra di loro, può esser sicura (1) Non poteva veramente dirsi tale, perchè sebbene nata a Cosimo I dalla Cammilla Martelli ancor libera, venne a rimanere pel conseguente matrimonio legittimata. Ma forse è errore d’amanuense.