28 RELAZIONE DI SAVOJA lunque 1’ esecuzione non sia slata cosi pronta come ricercava il bisogno, la colpa non è sua, essendoché questi tristi sono molti e sono favoriti da persone grandi, le quali, ancorché non abbiano forza di rivocarc gli ordini di Sua Eccellenza , almeno per molti rispetti possono ritardare la esecuzione di essi. Non voglio anco lacere che avendo il Sig. Duca l’anno passato fatto un solenne convito il giorno del suo natale, levale che furono le tavole, prese il Nunzio e me per mano, e ritirati che ci ebbe da parte, disse : — Signori, dovete aver veduto l’editto che ho fatto pubblicare contra gli eretici : io conosco benissimo che mi pongo a pericolo grande della vita, ma non fia mai vero eh’ io stimi più questo corpaccio che l’anima e il beneficio universale di tutta la Chiesa : conosco ancora che di tutti i principi d’Italia io sarò sempre il primo tocco ; ma tocco che io sia, gli altri non staranno bene, e più d’ognuno ha da temere Sua Santità, perchè contra di lui segnatamente è indirizzato lo sdegno di queste genti. Io faccio tutto quello eh’ io posso per assicurar questo passo da simil furia, e se le forze mie si estendessero più oltre, più ancora farei ; convengo spender molto, e voi signor Nunzio scrivete a Sua Santità che ho bisogno del suo aiuto. — Il Nunzio scrisse, ma a simili dimande mal volentieri si fa risposta ; talché Sua Eccellenza, e per questa causa e per molte altre esperienze che avea fatto prima , era talmente chiarito del Papa, che più non sperava cosa alcuna da lui ; anzi più volte m’ ha detto, e lo ha detto anco ad altri, che non farà mai molto disegno sopra i Pontefici, perchè sono creati vecchi, onde per corso di natura non possono viver molto, e quel poco che vivono, attendono solamente ad aggrandire e arricchire i suoi. Del presente Pontefice, per esser cosi nuovo, non si è potuto ancora conoscere quale abbia ad esser 1’ animo dell’ uno verso 1’ altro ; ben si sa che la sua elezione non fu sentita con molto piacere a quella Corte, perchè Sua Santità mentre era cardinale, essendo anco vescovo del Mondovì, andato circa quattro anni sono in quella città per farvi la residenza, al primo tratto cominciò a proceder contra gli eretici con molto rigore, secondo che era solito, e di più voleva