DI MARINO CAVALLI 1593. 207 Ha procurato Sua Altezza di escludere i francesi dal suo stato e con le trattazioni e con le armi, ed ha sempre atteso in modo ad una di queste cose che non ha nini tralasciato I’ altra, non scorgendosi se nel sig. Duca potessero più le speranze della pace, che i pensieri della guerra. Le trattazioni furono di due sorte ; di accomodarsi con il re di Francia, e di ristringersi con monsignor Ladighiera. Del re stimava Sua Altezza, che non essendogli alcuna cosa più favorevole che il ritirarsi lei dalla guerra, fosse per averne onoratissime condizioni ; e così col mezzo di terze persone faceva trattare di rimettergli quello che teneva in Provenza, semprechè a lei fossero restituite le sue piazze e che le restasse il marchesato; che nel resto saria stato facile l’accomodamento perchè avria osservato una intera neutralità tra quelle due corone. Con il qual mezzo sperava il sig. Duca di avanzar molto, perchè o saria venuto a qualche appuntamento con i Francesi, o che gli Spagnuoli sariano condiscesi a concedergli quanto desiderava. Inclinava Sua Altezza alla pace per la mala volontà che teneva nelle cose di Spagna, causato e dal non avere quegli aiuti che ricercava, nè al modo che le bisognavano, e perchè in diverse importanti occasioni aveva conosciuto che la grandezza sua non era grata a quella corte, e per esser maltrattato da’ ministri spagnuoli. Non camminava però in questo negozio con intera volontà, così per la naturale inclinazione che ha alla guerra, come per non restituire il marchesato di Saluzzo, senza il quale vedeva di non poter sperare alcun bene; e in line per non separarsi dal re Cattolico, mentre, per non avere il principe di Spagna compita prosperità di salute, non stimava difficile di potere un giorno comandare in quel regno. Vivevano però i ministri spagnuoli con tanto timore che un giorno potesse seguire questa pace, che con diverse maniere procuravano di assicurarsi dell’animo di Sua Altezza; prima, con il tenere le loro genti in Piemonte, le quali avessino sempre impedita ogni conclusione che potesse seguire; con il procurare sotto diversi pretesti di avere alcune piazze nelle mani, come tentarono di fare anche di Torino, volendo