458 RELAZIONE DI NAPOLI gran parte ogni spirito di perturbazione nel regno, sono stati gli antidoti coi quali bastevolmente sinora si è preservato esso regno dal veleno della guerra, la quale con tanta prudenza è stata forse sfuggita sempre dal re Cattolico con quanta gloria l’esercitasse già il padre; perchè essendosi egli obbligato alla sola fede e al solo consiglio de’ spagnuoli, i quali hanno però sempre cercato di rendergli sospetta ogni altra nazione, non poteva il re, avendo bisogno pel servizio della guerra di tutte almeno le nazioni soggette a lui, sperare di poter conseguire alcun frutto in mancanza di esercito e capitani concordi; laddove Carlo V non distinguendo il valore con la nazione, e avendo perciò milizia conforme all’animo e bisogno suo, potè condurre a fine tante imprese quante fece; le quali, quando gli stati suoi non fossero stati divisi e intermediati dai propri nemici, e più facili e maggiori forse sariano riuscite; per la qual cosa parimente si dovrà anco credere che il re, appresso il suddetto mancamento di milizia concorde, abbia sempre procurato di astenersi dalla guerra, cercando di conservarsi e in istato e in pace in un ¡stesso tempo. Ma perchè il buon esito di lutti i governi di stato principalmente dipende dalla proporzione de’consigli nel confrontamento delle occasioni, e dalla vigilanza e desterità de’ ministri, una di queste condizioni che non concorra conformemente a quest’ordine, I’ altera di maniera che può far sospettare della riuscita, come per avventura nello stato presente di questo regno si può considerare. Perciocché sebbene è stata salutifera risoluzione il procurar per ogni via possibile, come si è detto, la quiete d’Italia, e indebolire frattanto il regno sicché non ardisca di tumultuare, e che in ciò il consiglio abbia accompagnato unitamente le occasioni; i ministri però hanno trascorso tanto, che laddove il re doveva avanzare in sicurtà, deve in questa congiuntura di tempi starne con qualche gelosia. Poiché con la tanta fede che ha mostrato d’ aver nella nazione spagnuola, e col non aversi potuto finora reclamare in corte, si è fatta l’insolenza loro tanto licenziosa, che abusando il proposito del re intorno all’ indebolire i regnicoli e tenerli in terrore, hanno isfogata tirannicamente 1’ avarizia e