1)1 FRANCESCO RARRARO. 1581. 8U mente al Marchesato. Il re di Francia, per non lasciarlo in mano del Bellagarda, pensò mandarvi un governatore che dipendesse veramente da sè. Quelli dello Stato di Milano, credendo aver maggiore facilità ad impadronirsene, cominciarono ad attaccar negozio con Bellagarda ed Anseimi più stretta-mente; e il duca di Savoia, eccitato della speranza di poterlo a sua volta conseguire, si pose pur egli all’ opera; e col mezzo del capitan Domenico Lavorniera, che era suo vassallo e preposto alla custodia del castello di Carmagnola, pensò levar di mano a Bellagarda quella fortezza, dalla quale in tutto e per tutto dipendeva la risoluzione dell’ acquisto del marchesato. Molti vogliono dire che il Duca dubitandosi che non gli venisse una guerra di Francia alle spalle, sì perchè da queste cose del marchesato in quel regno era entrata sospizione grandissima della persona sua, come anco perchè vedevano l'animo di Sua Altezza tanto inclinato alle innovazioni da intraprendere volentieri ogni occasione di moto per provar la sua persona e fortuna, si risolvesse a quel fatto, e sotto nome del capitan Domenico Lavorniera si facesse padrone di Carmagnola, fortezza ripiena d’ogni apparalo di guerra, e chiave di lutto il marchesato, e in certo modo del Deliinalo ancora, dove aveva il sig. Duca grandissime intelligenze. Stordironsi alla nuova di tanto acquisto in un momento i Francesi; ma aggiungendosi ancora la riputazione del nome del duca in Francia, ed essendo essi a questi tempi bisognosi di danari, e in gran difficoltà per le loro guerre civili, si mostrarono volentieri condiscendenti a qualche accordo di gran vantaggio pel Duca. E forse questo era il vero fondamento di tutti i pensieri di Sua Altezza, a cui fu tanto più facile il proseguirli quanto che, nel tempo istesso che cominciava a metterli in esecuzione, morì il governatore di Milano, che aveva grandemente fisso nel cuore il desiderio dell’acquisto del marchesato, cercato forse più da particolari suoi interessi, che condotto da una vera ragione ; onde tanto maggiormente ebbe il Duca comodità di condur l’opera sua a quel fine che desiderava; tanto più che essendo uomo di quel valore che era, e tanto accorto, non ebbe da trattare che con persone di poca esperienza e giu- 12