26 In questa gente non era alcun presentimento di creare uno stato politico nuovo, che non poteva nascere da situazioni fortuite locali : esso doveva solo scaturire dal riflesso di vicende politiche dei territori di provenienza, ai quali i profughi restavano legati per interessi e diritti, e alla cui giurisdizione continuavano a essere soggetti. Di un ordine politico della regione lagunare, distinto e separato dalla terraferma, e meno ancora di autonomia o di indipendenza, di una secunda Venetia contrapposta alla 'prima, di una nova contrapposta all’antiqua (1), non si può parlare avanti il radicale sconvolgimento di tutta la vecchia regione augustea, compreso anche lo spazio lagunare, per il sopraggiungere dei Longobardi (2). Allora si attuò e si definì il distacco politico del territorio costiero e della laguna dalla terraferma. Le vicende anteriori hanno, se mai, valore demografico. Il ciclo iliaco, insinuato nella leggenda veneziana con espressioni confuse, grossolanamente contaminato (3), rientra nella spiritualità lagunare appena di scorcio. Esso non concerne i Venetici, ma i Veneti (4) ; non riguarda la vita della laguna, ma la terraferma. Il diverso grado di affinità con quella non è sfuggito neppure all’opera ricostruttrice leggendaria. La fisionomia di popolamento della laguna nei sec. V e VI è strettamente connessa ai movimenti torbidi e convulsi, svolti intorno ad Aquileia, capro espiatorio di tutti i desideri, meta e strumento di tutte le egemonie. Orde barbariche, con crescente frequenza, dalla fine del sec. IV, fecero sentire in questa regione gli effetti dolorosi del loro passaggio. Ma non soltanto le violenze dei popoli stranieri, dai Quadi ai Goti, agli Unni, diretti alla occupazione del suolo italico, portarono disordini e sconcerti, che si ripercossero sinistramente sopra i ricchi, industriosi centri della terraferma e del territorio costiero assai popolati. Anche le lotte civili, da Valentiniano a Teodosio, a Massimo, a Eugenio, a Onorio, a Gio- (1) Cosi in Giovanni Diacono, ed. cit., p. 59 sg., 63 sg., da Paolo Diacono, Hist. Lang., II, 14. La contrapposizione si può rilevare anche in Costantino Porfirog., De adm. imp., c. 27. (2) Pauli Diaconi, Hist. Lang., II, 14 ; Iohan. Diaconi, ed. cit., p. 63 sg. (3) Origo cit., p. 48, 154, 156. (4) Origo cit., p. 48.