56 KKLAZIONE DI SAVOJA e d’Italia. Contìda ancora che il Pontefice fosse atto ad intromettersi con Francia e Spagna, con cui Sua Altezza confina, quando avesse bisogno con alcun di loro d’interporre il mezzo e 1* autorità di Sua Santità per la continuazione della pace e per lo stabilimento delle cose sue. Spera poi Sua Altezza 1’ augumento delle cose dello stato suo mediante la concessione che fa negoziare a Roma de’ privilegi della religione di S. Lazzaro, oltre le altre grazie che pretende da Sua Santità pur per conto di detta religione, e oltra la concessione delle decime del clero ed altri beneficj molti. E come Sua Altezza mostrò sempre particolar riverenza verso il Pontefice, così Sua Santità mostra di stimarlo assai e d’ avere in lei particolar confidenza, perchè tutte le cose che occorrono per la difesa e mantenimento d’Avignone le partecipa e consiglia col sig. Duca, e in tutte ha adoperato sempre il suo mezzo', conoscendo specialmente Sua Santità che non pur gli Ugonotti ma ancora i cattolici di Francia vedono mal volentieri il Pontefice padrone di quello stato situato nel mezzo del loro regno ; e per questo stima d’avere spesso bisogno dell’ aiuto e del consiglio del sig. Duca , il quale le ricorda di non lo tener manco guardato in tempo di pace che in tempo di guerra aperta. Le amicizie e confidenze che il sig. Duca tiene in Roma per conto de’ cardinali sono queste : in palazzo, il cardinale Guastavillani, il qual gode in Piemonte una ricca badia, e il cardinale Alessandrino suo confidentissimo, al fratello del quale corre una grossa provvisione pagatagli dal sig. Duca ; ha i cardinali Morone, Altemps, Orsino, Madruzzo e Resanzone, con i quali tutti ha qualche confidenza, e finalmente ha anco il Cardinal di Vercelli, il qual cerca Sua Aitozza di obbligarselo ogni dì più con nuovi beneficj, avendo eletto ultimamente suo fratello, il marchese di Romagnano, suo maggiordomo maggiore con buona provvisione, e fattigli altri beneficj ancora. Ma da niuno di questi cardinali può sperar il sig. Duca grande aiuto in far uffizio col Pontefice per ottenere i privilegi della religione, perchè sapendo ciascuno d’ essi che i ministri del re Cattolico si sono lasciali intendere esser la mente di S. M.