1)1 SIMON CONTARINI 1601. 2i)3 Tutte le proposizioni di partili maneggiati per l'illmo. Aldobrandino in Francia, e tutte <|ucil’ altre anco che passarono Ira Sua Altezza e il Cristianissimo, rimasero sempre disturbate affatto da'ministri spagnuoli; i quali, Uno che s’armarono, mostrarono a Roma e da per (ulto d’inclinare alla pace, ma trovatisi poi con buone forza e con terre in Piemonte, ricusavano di slare ad alcuna convenzione ; e le concluse dal cardinale Aldobrandino dispiacquero più loro che alcune altre delle passate, poiché le conobbero anco più di tulle 1’ altre accomodale al gusto ed al servizio del sig Duca ; al quale però empivauo stupendamente il capo di speranze, e fra quante proponessero all’Altezza Sua, niuna più le consideravano e da niuna si lasciava ella più intumidire, che da quella che se le metteva innanzi della successione nella mole grandissima dei regni di Spagna nel principe suo figliuolo, che con gli altri due maggiori doveva in occasione di guerra passare alla corte cattolica per allevarsi, sì come dicevano gli stessi spagnuoli, nell’usanze, vita e costumi che aggradiscono a quella nazione. Il che se bene allora fosse concetto di molla considerazione per la debolezza di complessione del serenissimo re Cattolico, per la poca atlitudine dell’arciduca Alberto, e per l’età ormai troppo innanzi della serenissima Infante; era nondimeno conosciuto anco assai arrisicato consiglio quello di Sua Altezza di mandar i figliuoli in mano degli spagnuoli, nelle quali trovandosi già gran parte delle migliori terre del Piemonte, non si faceva dubbio che col doppio pegno de’ figliuoli in poter loro, non fossero essi per torre affatto ogni arbitrio al signor Duca, al quale già pochissimo ne rimaneva; a questo condotto dalle sue vastissime speranze, misurate senza fallo mollo più con 1’ abbondanza del desiderio che col vigore del discorso e delle forze ; onde gli riuscirono esse non meno vane che dannose, rendendolo capace però che mal sostenere si vide sempre una gran violenza da un mezzano potere. E quanto a me, per la risoluzione in che visse sempre impermutabile l’Allezza Sua di volersi tenere il marchesato, dubitai sempre anco non intervenisse a lei quel medesimo che a certi stomachi convalescenti, i quali prendono alle volle tanto di cibo