80 RELAZIONE 111 SAVOJA credere cbe sia manco infetto, e dove di gran lunga il numero dei cattolici supera quello di chi nascostamente possa essere eretico) ha voluto che le cose siano governate d’altra maniera che non passano in Savoia. Perciocché volle che il Concilio Tridentino vi fosse accettato e pubblicato; onde i vescovi stanno alle loro residenze, e le giustizie della Santa Inquisizione si fanno in Piemonte con manco rispetto che non possono esser fatte in Savoia, permettendo Sua Altezza maggior libertà al Santo Ufficio di qua che di là da’monti. Onde si può credere che restando le cose in pace, più tosto s’avanzerà nel bene che altrimenti, non avendo mancato d’introdurre nell’ uno e nell’ altro luogo la compagnia de’ Padri Gesuiti in diverse parti, aiutandoli e proteggendoli con ogni favore, perchè col mezzo de’ collegi loro educhino i figliuoli in buone creanze, li ammaestrino nelle lettere, e quel che più importa, imprimano il timor di Dio e la buona fede, non solo ne’gio-vanetti che sono sotto la loro custodia con l’insegnare, ma con le continue predicazioni in tutto il resto del popolo; essendo quel Duca stato solito di dire che la gente infervorata di divozione è molto più frenata di quella che vive a caso, e in conseguenza è più obbediente al suo principe. Onde non tralascia quanto più può di giovare a quei Padri, de’quali ne sono stati mandati diversi in quelle valli che vivono ereticamente, e hanno con molta consolazione de’ buoni fatto grandissimo frutto, avendone convertiti molti che ora vivono cristiana e cattolicamente, sebbene han corso grandissimo pericolo d’ avere il martirio dagli eretici, i quali li perseguitano quanto più ponno acciò che non pratichino per quei luoghi Ed oltre a questo, in tutte le città che sono in quelle parli, le quali sono da ottimi prelati governate (massimamente Torino dall’arcivescovo della Rovere, soggetto dal mondo tanto conosciuto per la dottrina ed esemplarità della vita, che per non dir poco parlando d’ esso lascierò cbe per me la fama sua faccia questo uffizio), sono istituiti seminari e tante confrater* nile di divozione, che il Piemonte par bene tanto perciò da alcuni anni in qua mutato, che ha giusta causa chi lo vede di restarne consolatissinio. E non mancando i pontefici di ope-