22G RELAZIONE DI SAVOJA gnale, per le molle fazioni e qualche battaglia nelle quali si è ritrovato, onde si è compitamente impadronito di questa professione. Non teme di pericoli, anzi si espone ad essi più di quello che i buoni servitori suoi vorriano vedere. Nei successi contrari non si è mai abbattuto d’ animo. È diligentissimo, e stracca tutti i ministri tenendoli perpetuamente occupati. È pazientissimo nelle incomodità, e in una certa occasione che occorse per prendere Bricherasco, stette trenta ore a cavallo continuamente, e quando mise piede in terra per prendere un poco di cibo bisognò che si mettesse subito la celata per una imboscata che gli fu dall’ inimico preparata. Ha dormito, quando è bisognato, vestito, e sa vegliare gran tempo. Si compiace assai di parlare delle cose di guerra, d’ alloggiare e di condurre eserciti, di espugnar città e di riconoscere l’inimico, di trinciere, di mine ed artiglierie, che intendendo mollo bene tulle queste cose, ne parla con grandissimo fondamento. Ha tre ordini di cavalleria, quello dell’Annunziata, che è proprio della casa sua, quello del Tosone di Spagna, e quello di San Michele di Francia, nel qual giorno va in cappella vestito con quell’ abito. Tiene quattro guardie per la sua persona; di svizzeri, di arcieri e di archibusieri a piedi ed a cavallo, ed ha la casa sua cosi piena d’ offiziali come quella d’ ogni gran re, nella quale spende centomila scudi 1’ anno. Ha il sig. Duca, oltre il senato, due consigli ; quello di di stato e il segreto. Nel primo entrano i referendari, che sono i relatori delle suppliche a Sua Altezza, e i residenti del senato, capo del quale è il gran cancelliere. In esso trattano della materia delle biade, del modo di riscuotere le gravezze, e simili altre provvisioni che occorrono giornalmente. Nel consiglio segreto propone il signor Duca quelle difficoltà, sopra le quali vuole avere 1’ opinione de’ consiglieri suoi, come di far guerra, di trattar pace, e del modo del fare la guerra : sente I’ opinione di tutti, ma riserva alla serenissima Infante, che è partecipe de’ negozi, e a sè il risolverli, senza dichiarare ad altri la sua intenzione e volontà. Nel qual consiglio