DI FRANCESCO VENDRAMIN. 1589. 155 lei molto grande, e di molta utilità e servizio all’ accrescimento delle cose sue. Ma quanto al possibile della riuscita di questi pensieri, è necessario d’intender prima di quanta importanza sia stimata quell’ impresa dal mondo per molli rispetti ; il primo de’quali è che Ginevra, città mollo forte e piazza molto sicura per la qualità del silo e per la fortificazione, è veramente 1’ antemurale di lutti i Cantoni degli Svizzeri, così ugonotti come cattolici, i quali in tulio il loro stato non si trovano pure una piazza nè compita nò suiTicienle a difendersi da mediocri forze, vivendo essi sicuri sopra quella di Ginevra, oltre alla qualità del sito del loro paese; la qual cosa fa stimar loro gl’ interessi di quella fortezza del tulio comuni con i loro proprj ; e sebbene i Cantoni cattolici par clic si vadano separando in qualche cosa dagl’altri, come si è considerato, non è però che finalmente in questo punto della città di Ginevra non si veda che siano per esser tutti d’una medesima volontà ; non avendo però mancato il sig. Duca di Savoia, con lutti i mezzi possibili, unitamente con Sua Maestà Cattolica e con 1’ aiuto di Sua Santità, di procurar la totale separazione dei Cantoni cattolici dall'interesse e dall'aiuto di quelli di Ginevra. Ma sebbene dimostrano di aver falla questa risoluzione per interesse della religione cattolica, non è però che trattandosi tanto dell' interesse loro nella conservazione di quella città, non si scoprissero finalmente lutti apertamente alla sua difesa, siccome i Cantoni erelici si sono collegati del tutto con Ginevra, essendosi obbligati a difenderla particolarmente contra il sig. Duca di Savoia ; e specialmente i Bernesi si scoprono più interessali degli altri, come sono in effetto, perciocché, quando cadesse quella piazza nelle mani di Sua Altezza, correrebbono essi un manifesto pericolo della loro libertà, essendole confinanti, e correndo I’¡stessa fortuna con essa cillà; la quale però vive continuamente ili grandissimo sospetto dei sudditi Bernesi, temendo che, per maggiormente guardarla, e per difenderla dalle mani del sig. Duca, non tentino essi d’impadronirsene, sì come n’ hanno dato molli segni nelle occasioni, avendo la volontà mollo pronta quando si appresenlasse loro l’occasione di farlo È adunque Ginevra