1>I GIOVANNI CORRER. 1566. 27 quei paesi; e benché dicano che questa sia una clausola ordinaria solita a porsi in tulle le scritture simili, il Duca è stato di nuovo sforzato a mandare in Francia e Spagna per riavere altre confirmazioni secondo il desiderio loro; e non è dubbio che farà tutto quello che potrà per satisfarli, con questo fine, come ho detto di sopra, di obbligarli nella difen-sione de’ suoi Stati, come erano anticamente. Comincerò ora a discorrere in clic disposizione si ritrovi quel Duca verso alcuni principi cristiani, cosa che (per esser proprio dell’uomo il dissimulare) non è manco diffìcile che fallace; pure per accostarmi quanto più sia possibile alla verità, cercherò di fondare questo picciol discorso sopra parole delle da Sua Eccellenza, sopra qualche segno veduto, e anco non poco sopra la ragione ¡stessa; e prima: Avendo Sua Eccellenza molto bene a memoria 1’ obbligo che ha ogni principe cattolico, come ei fa professione di essere , rende alla Santità del Papa, come a capo di tulla la Chiesa, quell’obbedienza di cui si conosce esser debitore; con tulio ciò non mancavano, e ben spesso, con il Pontefice passato (1) (del quale, sebben è morto, non sarà fuori di proponto eh’ io ne dica quattro parole), certe occasioncelle che alteravano la mente dell’uno e dell’altro. Più d’una volta si dolse il Papa che il Duca troppo lentamente procedesse contra gli eretici del suo Stato; il che apportava grandissimo dispiacere a Sua Eccellenza, parendole che 1’ animo e buona volontà sua fosse disconosciuta, e che Sua Santità dovesse considerare eh’ egli è (si può dire) principe nuovo, che ha ritrovato lo Stato in buona parte contaminato da questa peste, e di più ch’ei confina da due canti con popoli potenti fautori di simili sette; onde a lui è necessario proceder con destrezza, e cosi a poco a poco estirpar (se sarà possibile) questo cattivo seme dal suo paese. Io veramente Io ho sempre conosciuto ardentissimo nelle cose della fede, e ne diede manifesto segno coll’ editto che fece pubblicar ultimamente conira gli eretici, a’quali proibisce lo stare e l’aver beni nel suo Stato; e quanti) Pio IV morto nel dicembre 1565; al quale succedette nel di 7 gennaio 156« il Ghislieri col nome di Pio V.