‘230 RELAZ. DI SAVOJA DI M. CAVALLI. 1595 domi muovere senza che da lei mi fosse comandato quello eli’ io avessi a fare, di nuovo mi scusai. Il che inteso dalle Loro Altezze, sebbene in questo mezzo avessero un poco di senso, nondimeno la cosa si ridusse a questo termine, che in simili congiunture monsignor Nunzio e l’ambasciatore di V. S. o non sono invitati, o se sono invitati intervengono solo passata quella occasione, o la Serenissima Infante non vi va, ed allora gli ambasciatori vanno al pari di Sua Altezza; di modo che la cosa è incamminata benissimo. Ed avendo io continuato in questo modo mentre sono stato in Piemonte, le cose sono passale con quella dignità e decoro che si conviene a quelli che rappresentano la grandezza della Serenità Vostra e di tutta questa Serenissima Repubblica (1). (1) Seguila lodando il suo predecessore Alvise Foscarini, e il suo successore Fantin Corraro, non che il secretario Domenico Domenichi; e conclude collo scusarsi della propria insuilìcienza, coll' offerirsi in lutto e per tutto in servizio della patria, e coll’implorare il rilascio della catena d’oro donatagli dal Duca nel suo partirsi da lui.