286 RELAZIONE DI SAVOJA tende , non accadde mai all’Arciduca parlare che non replicasse lo slesso, forse perchè troppo bene vedeva il travaglio ohe da cosi falla causa poteva derivare, non pure al signor duca di Savoia, ma a’ suoi siati ancora. Rimossi questi interessi, quanto al concetto che dell’Arciduca abbia S. A. ho inleso dire che lo tiene per principe mollo più fortunato che valoroso. Con i signori Genovesi vive Sua Altezza in molti disgusti per vari accidenti, che spesso nascono stante la vicinanza degli stati, e principalmente per intendere di non esser stimata da loro quanto vorrebbe, e perchè sa aver essi prestalo aiuto, se non di gente, di denari almeno, a’ suoi nemici in Provenza ; perchè non 1’ amano, perchè la temono, e perchè non vorrebbero che, accresciuta di forze, potesse per avventura un giorno impadronirsi d’alcuno de’ luoghi loro che più le sono vicini. Per la qual cosa forse fabbricarono, non ha molto, certo forte dalla parte verso Savona. Gran fomento di questa mala soddisfazione è anco la persona del principe Doria, col quale anderò forse più vicino al segno dicendo che viva il signor Duca anzi in aperta disamicizia che in simulato amore, sì per il comando aspro che fece egli sempre alle sue galere, come perchè non essendo stato di queste agli ultimi tempi più che una sotto il suo stendardo, fece molte volte difficoltà, ed ultimamente negò anco voler segnare il mandato per 1’ esborso a Milano degli scudi 18,000 che riceveva Sua Altezza di annua provvisione dal re Cattolico per il trattenimento di tre appunto, dicendo che, oltre l'interesse del suo re, ci entrava quello ancora della coscienza sua. Condusse poi al colmo i disgusti in Sua Altezza I’ azione fatta dal Doria con disprezzo del signor Duca e della fortezza di Nizza, passando e ripassando per di là con I’ armata tutta nel condurre in Spagna la regina e l’infante in Italia, senza non solo onorarla, come si suole le fortezze di mare, ma nè anco far cenno di minima risposta a forse 200 liri d’ artiglieria , sparati con nobilissimo invito da quel castello e dalla città. Il granduca di Toscana non ha certo con quel principe buona intelligenza, sì perchè la continua emulazione è continuo fomento d’odio, sì perchè anco fu egli d’aiuto in molli