314 RELAZIONE DI MILANO sone alla sua tavola. Mons. di Lautrec fa tavola di tre piatti a’capitani, luogotenenti e genti da guerra, e sempre ne ha venti e venticinque alla sua tavola ; fa eziandio due altre tavole per la famiglia , e a lutti dà vino e pane, massime ai forestieri. Mons. di Teligny è stato poco a Milano , mandalo dal re, in assenza di mons. di Lautrec, con autorità di regolare le genti d’ arme; consulta ogni cosa col vicecancelliere, quale Io precede ; invero è uomo dabbene, umanissimo, diligente e di buona estimazione appresso il re di Francia, lenendo tutti che abbia buon governo nelle cose di guerra ; e in Terroana si portò valorosamente. È luogotenente della compagnia di cento uomini d’ arme del duca di Geler. Sta mal volentieri in Italia per quello che dimostra, e porta odio, non agl’ italiani, ma alle operazioni di molti cattivi, rimanendo stupefatto quando intende che un fratello ammazza 1’ allro, e che per cinquanta scudi s’ ammazza un uomo dabbene, e che un gentiluomo vada alla strada, e che i mariti tollerino che le mogli facciano la mala fine, e tanti altri abbominevoli partiti, che senza dubbio non si fanno con tanto dispregio della fede nostra negli altri paesi. In vero è uomo molto dabbene. La casa sua è in Piccardia appresso Parigi. Il vicecancelliere del senato (1) è uomo dottissimo ed integerrimo, nò s’impaccia salvo che della giustizia e di quelle altre materie che particolarmente gli sono commesse dal re. Mons. di Lautrec consulta ogni cosa d’importanza, circa la giustizia e i casi che occorrono, con Sua Signoria. Le supplicazioni vengono porte al detto presidente, il quale le dà in mano e le commette a quel senatore che gli piace, ad referendum: egli ascolta le parti e forma il processo, poi quando è deputato il consiglio riferisce, presenti tutti i senatori, e fa leggere le scritture ; udito il tutto, il presidente dimanda i voti, e ciascuno profferisce il voto allegando eziandio de jure qualche ragione, e confutando come gli pare : è lungo giudizio, del quale molto pochi rimangono soddisfatti. Nel senato sono al presente sei senatori francesi, dodici milanesi, cioè quatti) Eia allora Giovanni Silva.