DI MAKIN0 CAVALLI. 1595. ¿09 lu questo tempo non solo fu pubblicala la tregua generale di Francia, ma spiralo il termine prescritto a Sua Altezza di dichiararsi se voleva essere compreso in essa. Doleva al sig. Duca di essere trattato differentemente da tutti gli altri principi, che avevano assentilo all’ uno e all’altro parlilo, che tutti assolutamente erano inclusi nella tregua. E diceva che gli Spagnuoli non avevano avuto riguardo al suo interesse ; i quali se bene affermavano che questo fosse seguilo perchè il ministro del sig. Duca in Parigi non aveva autorità di accettare la tregua, nondimeno la verità fu che si vollero riservare un capo in mano da poter fare la guerra sotto l’ombra del sig. Duca. E da questo nacque la mala soddisfazione del governatore di Milano, e del signor ambasciatore di Spagna, perchè accettasse la Iregua Fu però necessario accettarla così per quei contrasti che portava il separarsi da tulli gli all ri principi, come perchè sospendendosi 1’ armi in Francia, continuando la guerra in Piemonte, vi saria concorso numero tanto grande di soldati dalle provincie vicine, e da quelle anco che erano lontane, che saria stalo un diluvio di gente contro gli stati suoi, ed infine per il mal termine nel quale era ridotta l’impresa di Cavour ; che venendovi Ladighiera per soccorso, il quale già aveva passalo i monti, gli spagnuoli, che erano la maggior parte, volevano ritirarsi. In modo che vedendosi il sig. Duca costituito in stalo che continuando l’assedio di Cavour conveniva separarsi dagli spagnuoli, e ritirandosi con essi lasciare il paese libero all’ inimico, essendogli intimato se voleva accettare la tregua, con il mezzo d'alcuni deputati per 1’ una parte e per 1' altra, restò accordata. Stimava però il sig. Duca di non esser venuto in questa risoluzione con compila sua dignità, onde volle con una scrittura, la quale fu anco stampata in Milano, pubblicare al mondo di averlo fatto necessitalo da’ spagnuoli, che non volevano continuare l'impresa di Cavour, ma ritirandosi abbandonare il paese. Fu anco questa tregua conclusa così improvvisamente, che della capitolazione che si formò non essendosi fatta alcuna deliberazione, restò il Piemonte obbligato a pagare all’inimico quelle ¡stesse contribuzioni che faceva prima. Non voleva in