1)1 FEDERICO BADUKR. 1547. 395 come si fa in questa città, e diversamente. De’signori temporali e spirituali v’è numero conveniente; degli spirituali, sette vescovi delle città clic ho nominate. D’alcuni di questi vescovati si trae d’entrata ducati ottocento, d’alcuni mille, d’altri mille cinquecento e duemila. Vi è poi de’conti ed all ri signori temporali in numero diciotto, parte de’ quali pagano feudo al Duca, e quasi lutti hanno per principal professione la milizia. Vi è il sig. Aurelio Fregoso, il quale ha in feudo dal Duca tredici castelli; i conti da Montevecchio, un de’quali è il conte Giulio che serve la Serenità Vostra, persona di gran fede e molto prudente, come sanno le SS. VV. EE., e grandemente amato ed ¡stimato non solo dal signor Duca, ma da tulli quei capitani, gentiluomini ed aliti soldati; il conte Prospero suo fratello, il conte Roberto e il conte Ridolfo suoi cugini, pur di Montevecchio, nati e creali alla guerra; il conte Girolamo, il conte Gianfrancesco, il conte Brancaleone da Dragnano; il conte Carlo cugino di questi, e gli altri di Pian di Me-letlo; il conte di Sascorbara, il conte della Meldula, i signori Malalesti da Sogliano e quei da Rimini, i signori da Mon-lagulo, il conte Orazio e fratelli di Carpegna, i conti della Gattaia che sono molti, il conte Gianfrancesco e gli altri conti da Ragno; il sig. Montino, il sig. Ranieri, il sig. Cerbone , il sig. Pietro ed altri signori dal Monte; il conte Antonio dalla Genga e suoi fratelli; il signor di Monte Marciano. Sono in contini ancora i signori Vitelli e quei conti di Mon-lebello, il signor Aurelio Fregoso ed altri molli di que’ signori, i quali non mi ricordo, che tulli vivono alla guerra, come pure altri signori del suo stalo e suoi sudditi. Vi sono i conti di Piegnano, i conti di Piano di Meletlo, que’di Carpegna, que'di Gargaglia, di Bagno, di Sogliano, i Rove-relli, i signori di Montagulo, i signori Vitelli, il sig. Leonida Malatesta, il signor di Monte Marciano, il conte della Massella, ed il conte di Montebello; dell’entrate dei quali si può dir quasi il medesimo, o poco più, di «niello che ho detto de' vescovi Sono questi signori di modo affezionali a Sua Eccellenza, che in tutto dipendono da essa, e, per quello che si ragiona alla corte, potrebbe il Duca in un bisogno dispo-