92 RELAZIONE DI SAVOJA ma con la prudenza anderà superando e moderando ogni contrario. Ma cosi come in ciò procederà alquanto differente dal padre (il quale è opinione di qualcuno , che conoscendo di poter poco più vivere, per lasciare al duca presente istro-menlo di questa natura per guadagnarsi 1’ animo de’ sudditi, trascurasse con artiOzio molte cose che caricavano i popoli, acciocché essendo sollevati da questo altrettanto gli si affezionassero maggiormente), così nel conservarsi neutrale tra Francia e Spagna, secondo i pensieri del padre, applicherà ogni suo spirito, sì perchè ogni ragione lo costringe a così fare, come anco perchè io ho avuto occasione di scuoprire che abltorrisce dall’ inclinare con 1’ animo all’ una o all’ altra di quelle corone. Ben è vero che quanto alla Serenità Vostra sarà erede del padre, e se potrà lo supererà anco d’ affezione e d’osservanza, cercando ogni occasione di dimostrarlo quanto più può con ogni vivo affetto dell'animo suo, il quale si scorge inclinatissimo e per natura e per affezione a questa repubblica. Onde nel mio partire più volte m’ha fatto istanza di pregar tutti voi, Padri ottimi, a non abbandonarlo di quei consigli nelle occasioni, che possono nascere da un interno affetto di amore, e da una così perfetta prudenza quale è quella di questa Repubblica; tenendo per sicurissimo che dalla Serenità Vostra, se non con altro, almeno con la stima in che ella si trova appresso il re di Francia e il re di Spagna, gli potrebbero derivar sempre ottimi e gagliardi offici. Ma quanto poi Vostra Serenità se lo abbia obbligato con la dimostrazione d’onore che gli ha fatto col mandargli il clarissimo sig. Marco Giustiniani per ambasciatore straordinario a far seco l’officio di condoglianza, io non lo posso esprimere a soddisfazion mia, perchè poche volte mi son ritrovato coll’Altezza Sua dopo la partita di quel clarissimo signore (dello splendore e valor del quale s’io volessi renderle testimonio come si converrebbe, avrei da dire molto più di quello che la presente occasione mi permette), che non me ne abbia efficacissimamenle commessi i ringraziamenti da dover esser fatti in nome suo, gloriandosi grandemente d’essere nel numero di questa nobiltà, e di portare sopra l’armi sue un