190 RELAZIONE DI SAVOJA impiegarlo in maneggi di guerra e in parli più rimolc dal-l'Italia che fosse possibile. E fra I’ altre cose gli fece profferta del generalato in Fiandra con la carica del signor duca di Parma ; il quale avrebbe levato volentieri di quegli stali per suoi convenienti rispetti. Gli propose ancora di farlo generale dell’impresa d’Inghilterra, e di mandarlo capitano di quell’armata che ebbe infelice fortuna l’anno passato; ma venuto il sig. Duca alle consulte sopra queste proposte, gli fu considerato che in Fiandra la gloria delle azioni passate del signor duca di Parma aveva di già levata la speranza agli altri di potere illustrarsi in quelle parli, e che le operazioni del sig. duca di Savoia convenivano restare adombrate dalle imprese di cosi valoroso principe come era il duca Alessandro Farnese ; oltre che gli fu considerato che era così difficile ai tempi presenti di poter far progressi in Fiandra per rispetto della regina d’Inghilterra, che sarebbe stata posta da Sua Altezza a rischio manifesto e la vita e la riputazione infruttuosamente. Con tutto questo non dispiaceva al sig. Duca di servire in quel carico Sua Maestà Cattolica, sapendo quanto sia stimato sin a quest’ ora in Fiandra il nome del sig. Duca suo padre di felice memoria; con che sperava Sua Altezza, ritrovandosi in quelle parti, con qualche accidente poter ancora, dopo la morte di Sua Maestà Cattolica, travagliare più tosto per sè stessa che per altri ; oltre che, con i grossi stipendi ch’ella sperava di aver per quella carica da Sua Maestà, si persuadeva di poter vivere regalmente, avanzando delle sue entrate per soddisfare i debiti e per accumular danari per i suoi bisogni. Medesimamente, quanto all’impresa d’Inghilterra (ancora che il sig. Duca fosse veramente di quelli che nei suoi discorsi stimavano quell’ impresa non solo riuscibile, ma più tosto facile che altramente, e si fidasse mollo sopra la fallace sollevazione dei cattolici in quel regno, sì come da don Antonio è stata provata con effetto ultimamente quella dei suoi dipendenti in Portogallo), gli fu però considerato che gli conveniva avere in ogni modo per compagno e forse per superiore (in soddisfazione del re Cattolico) il signor duca di Parma in quell’ impresa ; oltre I’ avere un consiglio di spa-