LIBRO Q_U ARTO. ioj me fuccede all’hora che i Sudditi principiano a trattar del pari col Sovrano. Si accrebbe in tal modo la ftima del Te-chclì appreiTo i fuoi, così che puote eftinguer totalmente il partito del Vefeleni, e condur fotto le Tue infegne qualche refiduo di quelle genti. Ma ciò , ch’inalzò fommamente la Tua fortuna, fu il Matrimonio con la Vedova Principerà {la-gozzi , che fu Figliuola del Conte Pietro di Sdrin , mentre con quefto mezzo entrò al poiìeifo di tutti gli Stati della Ca-fa Ragozzi, e particolarmente della Fortezza di Moncaz po-fta a i Confini della Polonia in iìto forte . Con quelle ri-guardevoli attinenze acquiftò credito anco appretto i Turchi, co quali indroduife intelligenze, e trattati j ¿c aborrendo già la conditone di privato , proponeva alla Corte di Vienna conditioni inaminilììbili, con oggetto di ridurre, come fece, le cole alla Guerra. Governava l’imperio Ottomano in qualità di primo Miniftro Karà Muftafà li uomo di attività, ma all’eftrcmo fuperbo, e rapace. Si manteneva nel pofto a forza di regali, onde per fatiar l’animo avaro del Gran Signore praticava a danno de Sudditi, c degl’Efteri le più efecran-de violenze. Odiato però dall’univerfale, combattuto da potenti nemici, inhabilc a continuar le introdotte profuiioni d’oro, applicò alla Guerra d’Ungheria, come mezzo hono-revole, che l’allontanava dalla Corte, e gli portava nella dif-poiitione delle cariche militari, e nel maneggio del denaro regio rilevanti profitti. Con la profperità de figurati glorioil fuccefii confidava opprimere anco gì’emoli, renderfi più con-iìderato apprelTo il Padrone , e fcanceliar la finiftra opinione de i popoli verfo il fuo governo. Erano apprelTo di lui in così poca ftima tutti li Prencipi Chriftiani, che niente apprendendo le forze delllmperatore, & i loccorfi , che poteva ricever dalla Germania, feorreva già vittorioio col penfiero le Provincie, & i Regni, e divorava con l’animo le ricchezze di Vienna . Perfuafo il Miniftro alla Guerra, non fù così facile ritrarne l’aflenfo dal Gran Signore, che oltre il iuo naturale aborrimento allo fpendere , apprendeva con maggior prudenza del Viiìr i pericoli, e l’incertezza deH’ciito. Anche il Muftì la diifuadeva, come ingiufta : & uno delli principali Effendi in una predica alla prefenza del Rè vi parlò contro con 1677 Smt bfi- trirronia eS la Vttltvs KatA Afa-fiafà rim» V'ftr:, fa* quitti , * iife^ni per la Gairra. iti Gran Sin ginn alla Guerra.